Il commissario del Regio arriva a fine mese
La sindaca: «La crisi perdura ormai da troppi anni, sapremo garantire i livelli occupazionali»
Ad aver indotto Chiara Appendino, d’accordo con Regione Piemonte e fondazioni bancarie, a chiedere il commissariamento del Teatro Regio sono le «criticità strutturali». Non è un atto di sfiducia nei confronti dell’attuale sovrintendente, Sebastian Schwarz (non coinvolto nella decisione), e nemmeno a Guido Guerzoni, il professore esperto in organizzazione museale che ha redatto il Piano industriale dell’ente. Il commissario arriverà dunque a fine mese.
Ad aver indotto Chiara Appendino, d’accordo con Regione Piemonte e fondazioni bancarie, a chiedere il commissariamento del Teatro Regio sono le «criticità strutturali». Non è un atto di sfiducia nei confronti dell’attuale sovrintendente, Sebastian Schwarz (non coinvolto nella decisione in quanto i problemi risalgono agli anni precedenti), e nemmeno a Guido Guerzoni, il professore esperto in organizzazione museale che ha redatto il Piano industriale dell’ente e che, dallo scorso anno, siede nel Consiglio di indirizzo in rappresentanza del Comune. I problemi sono tre. La crisi di liquidità che, ha spiegato la sindaca, «perdura da anni», e che ha portato a un aumento dei costi (per mutui e finanziamenti chiesti alle banche), oltre alla fuga di artisti di rilievo, sottolinea Palazzo Civico, che preferirebbero evitare Torino perché non sicuri di essere pagati. Ci sono poi la relazione sbilanciata fra costi e ricavi e il debito che ora si attesta sui 28 milioni di euro. «È diminuito — ha spiegato Appendino —, perché era arrivato a 32 milioni, ma la forbice fra debiti e crediti si è alzata, il tema non è stato risolto». E ha ammesso che, in effetti, «avremmo dovuto commissariare già nel 2017».
Il punto riguarda anche le tempistiche, cioè la richiesta avvenuta all’indomani delle indagini a carico dell’ex sovrintendente William Graziosi e dell’ex corista, ora nello staff della Sovrintendenza, Roberto Guenno. Combinazione che la sindaca ha definito «una coincidenza» spiegando che il percorso, in realtà, era già avviato (negli ambienti vicini al Comune se ne parlava in effetti da un paio di mesi). La decisione sarebbe stata presa pochi giorni prima delle notizie sull’indagine, «apprese dalla stampa».
Dopo l’incontro con le rsu del Regio, avvenuto ieri nel primo pomeriggio, Appendino ha poi garantito che al futuro commissario sarà consegnato il Piano industriale insieme a quattro richieste: ristrutturare il debito, ripatrimonializzare il teatro, recuperare il disavanzo agendo sulla produttività e attuare l’investimento del Ministero dei Beni culturali, gli 8,5 milioni per i lavori che riguarderanno principalmente il palco. «Tutto questo — ha assicurato la sindaca — con l’obiettivo di garantire i livelli occupazionali del teatro». I sindacati, tuttavia, hanno chiesto garanzie anche sui livelli di retribuzione, ma dipenderà dal commissario. «Noi, musicisti, artisti e professionisti che lavoriamo in teatro — commenta Pierluigi Filagna di Fials — abbiamo avuto una lunga formazione e una grande selezio
I sindacati Se non riusciremo a mantenere i livelli d’eccellenza di Coro e Orchestra rischieremo il declassamento
L’assessora Leon Le perdite rappresentano il 47% del patrimonio, che ammonta a 4,7 milioni, quindi superano il 30% già nel primo anno
ne. Mi aspetto che chi mi amministra abbia almeno un percorso simile e rispetto per il nostro lavoro». Le rsu, che incontreranno di nuovo la sindaca l’11 giugno, temono anche un futuro declassamento se il Regio non riuscirà a mantenere i propri elementi di eccellenza del Coro e dell’orchestra, oltre al resto dello staff. «Abbiamo chiesto — aggiunge Alessandro Pagliero di Cgil — che venga mantenuto il perimetro occupazionale, consapevoli che il teatro rischierà di perdere smalto». Considerazioni riassunte dalla nota congiunta inviata da Fials, Cgil, Cisl e Uil per chiedere garanzie su contratti e concorsi, oltre a ribadire la secca contrarietà al commissariamento. «Le perdite — ha però chiarito l’assessora comunale alla Cultura, Francesca Leon — rappresentano il 47 o il 48% del patrimonio disponibile, che ammonta a 4,7 milioni (il rosso arriverebbe a 2,5 milioni, ndr), quindi supera il 30% già nel primo anno e ha come conseguenza il commissariamento». Non servono, quindi, i «due anni consecutivi» in queste condizioni, perché il limite è già stato superato. E non bastano nemmeno i risparmi di circa un milione raggiunti lo scorso anno, così come i 7 milioni ricavati dalla biglietteria (ma il bilancio 2019 è ancora da chiudere), anche perché, come ha sottolineato Appendino, è un disavanzo «evidenziato nel 2019 ma avvenuto a partire dal 2015», finora approvato in pareggio solo grazie a interventi straordinari. E pesa anche la perdita di 1,2 milioni sul Fus dello scorso anno. Il commissario, comunque, sostituirà l’intero Consiglio di indirizzo, che quindi decadrà, inclusa la stessa sindaca nelle vesti di presidente, ma proprio per questo motivo potrà anche nominare un sovrintendente, magari lo stesso Schwarz. Non se ne parlerà prima della fine di giugno, una volta concluso l’iter di revisione e approvazione del bilancio, del quale saranno messi a conoscenza anche i sindacati, prima dell’invio al Mibact. «Non è un percorso semplice — ha ribadito la sindaca in merito al commissariamento — e sappiamo che è una scelta forte, ma è l’unica strada per garantire un futuro al teatro».