Venti milioni per il personale E gli sponsor scappano
Venti milioni di costi per il personale a fronte di costi totali di 37 milioni l’anno.
Finché non si scoprirà il vaccino del Covid-19, sono banditi i selfie con vista panoramica sulla città. La Fase 2 del Museo del Cinema è partita martedì con un numero ridotto di visitatori, una parziale riorganizzazione della visita e un addio doloroso. Gtt ha deciso di non riattivare l’ascensore che permette di raggiugnere il terrazzino in cima alla Mole Antonelliana. «Il servizio è attualmente sospeso a causa dell’emergenza», si legge sul sito. L’impianto è fermo da marzo quando è iniziato il lockdown. Gtt aveva annunciato la riapertura per il 9 aprile. Una pausa obbligata che doveva permettere anche i lavori straordinari di manutenzione attesi da tempo. Ma arrivati a giugno, l’azienda di trasporto pubblico ha preso una decisione drastica: «Abbiamo studiato tutte le prescrizioni anticontagio previste dal governo. E, non potendo garantire la sicurezza dei viaggiatori e dei nostri dipendenti, abbiamo deciso di rinunciare al servizio». Tirano un sospiro di sollievo gli universitari scaramantici. Tra gli studenti di Palazzo Nuovo circola da anni una credenza: salire sulla Mole prima di aver discusso la tesi impedisce di terminare gli studi. Meno soddisfatti i turisti e chi deve far quadrare i conti della Città. Sì, perché l’ascensore rende tantissimo. Andando su e giù, la cabina percorre 5 chilometri al giorno fruttando un milione e 200 mila euro l’anno. Sono migliaia i visitatori disposti a pagare 8 euro per la vista mozzafiato