Corriere Torino

«Ho scelto Torino»

- Di Luca Iaccarino

Per entrare nel favoloso mondo di Mimi basta citofonare Mr. e Mrs. Thorisson. Due rampe di scale, ed ecco la casa di una delle più celebri food writer del mondo. L’appartamen­to in piazza Vittorio è esattament­e come appare sulle riviste — stanze d’eleganza antica, grandi ritratti a olio, fiori, legno, penombre — ed è abitato da un’alta percentual­e della famiglia: il marito Oddur, i cinque figli più giovani degli otto, un cane (esatto: otto figli).

Per entrare nel favoloso mondo di Mimi basta citofonare Mr. e Mrs. Thorisson. Due rampe di scale, ed ecco la casa di una delle più celebri food writer del mondo. L’appartamen­to in piazza Vittorio è esattament­e come appare sulle riviste —stanze d’eleganza antica, grandi ritratti a olio, fiori, legno, penombre — ed è abitato da un’alta percentual­e della famiglia: il marito Oddur, i cinque figli più giovani degli otto, un cane (esatto: otto figli). Oddur e Mimi sono per i foodies quel che Steffi Graf e Andre Agassi sono per gli appassiona­ti di tennis.

Lei è originaria di Hong Kong, è cresciuta a Parigi, cucina e scrive; lui è islandese, ha uno humor irresistib­ile, fotografa sua moglie e le di lei ricette; nei lunghi anni trascorsi nel Médoc hanno pubblicato volumi di grande successo sulla cucina francese tradiziona­le, tra cui «La mia cucina in campagna» (Malvarosa, 2015). Poi, dopo tanti anni nel countrysid­e, si sono detti: «abbiamo voglia d’italia, e di stare in una città a dimensione d’uomo».

Scrivere un libro sul Buon Paese è stata l’opportunit­à; l’occasione invece è arrivata per caso: Oddur capitò a Torino e la scoprì segreta e meraviglio­sa.

«Era esattament­e quello che cercavamo — racconta mentre siede in terrazza di fronte a Mil’appartamen­to mi, la quale indossa occhiali da sole e un grande cappello di paglia – Volevamo una città elegante, tranquilla, piena di cultura. Non potevo credere di non conoscere un posto così “integro”».

Così Lui chiama Lei e le dice «devi assolutame­nte vedere Torino, è qualcosa di completame­nte diverso». Il risultato di quel coup de foudre è che nel 2018 i coniugi Thorisson prendono casa in piazza Vittorio e i bambini vengono iscritti alla Vittoria Junior Internatio­nal School di via delle Rosine.

diventa lo studio per scrivere «Old World Italian» – la collezione di ricette recuperate in tanti grandi ristoranti italiani, che uscirà per l’editore Clarkson Potter il 15 settembre – e il laboratori­o dove Mimi organizza i suoi celebri workshop che attirano groupie da mezzo mondo.

«Da subito abbiamo adorato i ristoranti classici: il Gatto Nero sopra tutti, il ristorante più “vero” mai conosciuto. Tutta sostanza, la sala old fashioned, gli habitué… Ci piacciono i posti classici, come

Mr. e Mrs. Thorisson vivono in piazza Vittorio in un appartamen­to con stanze d’eleganza antica, grandi ritratti a olio, fiori, legno, penombre. Loro sono Oddur e Mimi, due autorità nel mondo del cibo anche le Tre Galline, ma anche quelli che lavorando sulla tradizione hanno saputo innovare con garbo: il Consorzio, Magazzino 52…». «Guarda qui — dice Oddur, indicando la prospettiv­a di via della Rocca, in cui l’architettu­ra finisce nel verde di piazza Maria Teresa – questo è il Paese che amiamo: il macellaio, il calzolaio, il barbiere, il ristorante col pesce freschissi­mo (il Bastimento nda), il bar con i tavoli nel giardino, i balconi con i fiori…». «Adoro tutti gli aspetti della città, dal Regio a

La scelta di Torino Il marito capitò in città e la scoprì segreta e meraviglio­sa. Decisero di trasferirs­i qui

Porta Palazzo, dove chiacchier­o in cinese con i contadini cinesi, in francese con la signora marocchina dell’alimentari; c’è molta più varietà di prodotti in piazza della Repubblica che nei grandi mercati francesi», aggiunge Mimi. Torino e l’italia visti attraverso gli occhi d’una coppia cosmopolit­a d’un tratto smettono di essere il ginepraio di magagne contro le quali sacramenti­amo quotidiana­mente, risplendon­o invece dei colori del Technicolo­r: la Vespa, il sole, la Dolce Vita. Ma è anche vero che il nostro sport nazionale è non riconoscer­e quel che abbiamo: «l’italia è un posto dolce nel cuore di tutti: ognuno al mondo la desidera». Proviamo a provocarli, allora: che cosa manca a Torino per attrarre più turisti? «Più trattorie di buona qualità», dice Oddur; «vorrei un flagship-store delle Pastiglie Leone!», ride Mimi. Finito l’ice-tea servito a tutti dal più grande dei figli (presenti), Oddur ci mostra le bozze del libro in uscita a settembre. «Ma ora che “Old World Italia” è concluso, lascerete Torino?» chiediamo. Si guardano sorridendo: «qui c’è tutto quello che amiamo, perché dovremmo andarcene?».

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