Corriere Torino

Lettere e pressioni, ma niente festa «Sull’ultimo giorno decide Roma»

- di Chiara Sandrucci

Ibambini di quinta della scuola Baricco non faranno eccezione e dovranno aspettare che decida il ministero. Se mai lo farà. La preside Maria Antonietta Roma si era rivolta al Prefetto per avere l’autorizzaz­ione ad organizzar­e l’ultimo giorno di scuola il 10 giugno. Nel cortile, a distanza. Solo per le classi quinte, una alla volta. Ma il Prefetto le ha risposto che non ha «specifiche competenze in materia di apertura straordina­ria delle scuole», girando la richiesta all’ufficio scolastico regionale per una valutazion­e. «È un tema nazionale, non può essere rimesso né all’autonomia scolastica e neppure all’usr, solo il ministero può dettare eventuali istruzioni», fanno però sapere dall’ufficio scolastico. «Quando e se perverrann­o, saranno comunicate alle scuole come da prassi e alle stesse si dovranno attenere in tutto il Paese». Indicazion­i finora non pervenute, malgrado l’apertura della vice ministra all’istruzione Ascani. Preside Roma, si aspettava questa risposta?

«Comprendo bene quali sono le ragioni per cui sia il Prefetto che l’usr non hanno potuto dire di sì. Però vorrei sottolinea­re che a distanza di pochi giorni, all’interno della stessa scuola nella quale ai bambini non viene consentito di salutarsi, partiranno i centri estivi e l’estate ragazzi. Quindi mi chiedo: se può essere garantito che i bambini si vedano in condizioni di sicurezza, perché a noi viene impedito di entrare all’interno del cortile con un protocollo molto rigido e attento?». Tutto sta ripartendo tranne la scuola. Come se lo spiega?

«È una questione di scadenze stabilite dai decreti. Nel caso della scuola, la sospension­e dell’attività didattica è stata prorogata fino al 14 giugno. Prima non si può fare nulla e dopo non si sa. Perciò avevo chiesto una deroga per un’iniziativa come la nostra, limitata soltanto ai bambini di quinta. Potevano essere l’eccezione alla regola. Sono anche disposta ad aspettare qualche giorno, se dopo il 14 sarà consentito. Ma questo è ancora da vedere». Perché insiste tanto su un ultimo giorno di scuola “ufficiale” nel vostro cortile?

«Trovo importante dare un momento di ufficialit­à alla fine della scuola, facendo sentire per l’ultima volta la campanella di fine lezione e consentend­o ai bambini di avere una piccola cerimonia di diploma e di saluto. Hanno trascorso qui 5 anni condividen­do le loro esperienze con i compagni e le maestre. Certo che potranno tornare anche dopo a salutare le insegnanti, ma questa aurea di ufficialit­à non ci sarà più. Loro fra qualche mese saranno già altro, rispetto a quello che sono adesso». L’alternativ­a di ritrovarsi ai giardini come ha fatto lunedì una classe dell’ic Montalcini non le piace?

«La scuola ha una funzione istituzion­ale e anche in questo caso non può e non deve sottrarsi rispetto ad un’esigenza sentita dai bambini e dalle famiglie. I diritti dei più piccoli sono stati trascurati in questi mesi e la responsabi­lità di chiudere il percorso non dovrebbe essere lasciata ai genitori o ad un insegnante che organizza ai giardini. A mio parere tocca all’istituzion­e scuola. Se scende in campo la preside, lo deve fare nel suo cortile e non fuori». E l’idea partita dall’ic Manzoni di riaprire tutti i cortili scolastici della città La contraddiz­ione A distanza di pochi giorni, nella stessa scuola nella quale ai bambini non viene consentito di salutarsi, partiranno i centri estivi No a giardini e cortili La responsabi­lità di chiudere il percorso non dovrebbe essere lasciata ai genitori o ad un insegnante che organizza ai giardini equiparand­oli a luoghi pubblici?

«Potrebbe essere una soluzione, pensando solo al bene dei bambini: “a mali estremi, estremi rimedi”. Ma mi sembra un escamotage. Come faranno a dare il permesso di usare il cortile, anche se fosse in orario extra scolastico, e non a noi? Sarebbe una contraddiz­ione. Mi sembra che ci sia tanta ipocrisia a riguardo». Quindi cosa pensa di fare? Aspetterà?

«Rispetterò le regole. Capisco la posizione dell’ufficio scolastico, perché la sospension­e delle attività didattiche è ancora in vigore. A questo punto aspettiamo una risposta dal Governo. Anche se, in coscienza, ritengo di non mettere a repentagli­o l’incolumità di nessuno proponendo due ore all’aperto come ultimo giorno di scuola. Anche perché vedo che nel frattempo i bambini stanno andando a giocare tutti insieme ai giardini e le mamme conversano tranquille a 50 centimetri una dall’altra».

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