Corriere Torino

Senza il Numero 12 ma in casa quanta fatica

Gli scontri salvezza saranno a porte chiuse

- Gianluca Sartori

La Serie A riparte senza tifosi: il fattore campo sostanzial­mente si azzera e, osservando il rendimento del Torino fino all’interruzio­ne per coronaviru­s, c’è da chiedersi se per i granata questo sia un bene o un male.

Per intendersi, non c’è dubbio che la spinta del pubblico si traduca spesso in benzina per il motore delle gambe di chi gioca in casa, specie se il tifo è caloroso come sa essere quello granata. C’è un motivo se la curva Maratona viene ribattezza­ta «dodicesimo uomo».

Numeri alla mano, però, giocare in casa per il Toro versione 2019/2020 è stato poche volte di aiuto.

Già, perché Belotti e compagni hanno vinto solo 4 delle 12 partite giocate all’olimpico-grande Torino, il 33%: per il resto, 2 pareggi e ben 6 sconfitte. Un ruolino di marcia casalingo che è specchio di un campionato deludente specie se rapportato a quello della stagione precedente (12 vittorie in 19 partite, il 63%, con 2 pareggi e 5 sconfitte). E le quattro vittorie sono state sofferte: nei successi contro Sassuolo (2-1), Milan (2-1), Fiorentina (2-1) e Bologna (1-0) ci fu la firma di Salvatore Sirigu e delle sue parate miracolose.

Insomma, i numeri dicono che il fattore casa quest’anno per il Torino non si è fatto sentire anche quando i tifosi allo stadio potevano andare. Tante e di vario tipo possono essere le spiegazion­i a un dato come questo, ma è indubbio che al Torino la simbiosi tra squadra e tifosi si sia incrinata, come è fisiologic­o che accada nelle stagioni storte.

Da un lato, a causa delle alte aspettativ­e che tutto l’ambiente coltivava, il malumore sugli spalti ha iniziato a serpeggiar­e fin dai primi inciampi, contribuen­do a causare un clima di negatività.

Dall’altro alcuni calciatori hanno dimostrato carenza di personalit­à nei momenti topici: essere atleti di alto livello vuol dire anche saper gestire mentalment­e i mormorii dei tifosi, che pagano il biglietto e possono esprimere disapprova­zione per quel che vedono. «In questo momento siamo noi a essere in debito con la

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partite su 12 sono state vinte da Belotti e compagni tra quelle giocate all’olimpicogr­ande Torino, il 33%: per il resto, 2 pareggi e 6 sconfitte

nostra gente: spero possano chiudere un occhio», ha detto con onestà il dt Vagnati.

Che questo accada o meno, il Torino — che ieri ha ricevuto un’altra visita del presidente Urbano Cairo durante l’allenament­o pomeridian­o — si troverà salvo sorprese a giocare in casa ma senza tifosi alcuni match-point salvezza come quelli contro Parma, Udinese, Brescia e Genoa. E l’alibi della pressione non starà in piedi.

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La curva granata con il solito appassiona­to tifo dei sostenitor­i

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