Juve in piedi ad applaudire per il record di Buffon «Mi manca la Champions»
Sulle spalle dei giganti s’avvistano orizzonti: 648 presenze in serie A, che valgono il record (per Gigi Buffon); e la prima punizione vincente juventina al tentativo numero 43 (per Cristiano Ronaldo). Se della cronaca fa razzia CR7, Gigione si prende la storia. Da stare in piedi e in silenzio, ad applaudire. Come spiega alla fine Maurizio Sarri: «Davanti a questi giocatori e ai loro numeri bisogna fare come abbiamo fatto noi dello staff a fine partita: tutti in piedi, e applausi». Idem, poco dopo: «Questa è stata l’accoglienza che ha trovato negli spogliatoi, penso che non ci sia altro da dire».
Altro da dire, ce l’ha invece il portiere bianconero, celebrato da tutta la Juve, e dai compagni: una maglia speciale, griffata sulla manica sinistra con la scritta «648uffon». Un’edizione speciale in vendita sullo store del club. «Almeno fino a 43 anni ci siamo — sorride — ma da quando ho compiuto i 40, ragiono mese dopo mese, che è la cosa migliore, per poi fare le valutazioni personali». Ha appena rinnovato il contratto, per un’altra stagione, ma chissà: «Finché le motivazioni e lo stato di forma sono alti è giusto continuare, perché non c’è nulla che mi renda più felice di giocare certe partite». Del resto, sul piacere della sfida, l’amore per il pallone, e l’entusiasmo per i compagni, il numero uno (ora 77) ci ha costruito la carriera. Senza mai rinunciare a un suo romanticismo per il pallone, e per chi ha lavorato con lui, compagni e non. Sarà per questo che è tornato alla Juve, dopo la parentesi al Psg, così come ha riannodato i rapporti con «Sporsuite» l’agenzia di comunicazione torinese che per tanti anni ne aveva già curato l’immagine. Non è ancora tempo di bilanci, ma di guardarsi indietro, sì: «La partita che voglio incorniciare è la prima, perché la sognavo da quando ero bambino. Quello è stato il coronamento del mio sogno». Da inseguire, invece, c’è la Champions: «È un qualcosa che alla fine ronza nella testa, è inevitabile. Ci sono andato vicino talmente tante volte che non averla acchiappata per le orecchie è un dispiacere». Non è finita, però: «Da certi dispiaceri ho trovato la forza per non arrendermi e la spiegazione che mi do a certe serate tristi è anche questa». Riprovarci. Magari con l’aiuto di Ronaldo, uno di quelli che gli aveva sabotato quei sogni europei. E ieri, CR7 s’è ulteriormente caricato: «Avevo bisogno di un gol su punizione per avere più fiducia». Anche se i bersagli sono quelli di squadra: «L’importante è vincere, indipendentemente da chi segna».
❞ Sarri Applaudire in silenzio: davanti a certi giocatori non c’è altro da fare
❞ Gigione Dopo i 40 ragiono mese dopo mese: ora vado avanti un altro anno Cristiano Ronaldo
«Felice di aver segnato su punizione, avevo bisogno di fiducia. Ma conta vincere»