Corriere Torino

Annina, la nonna, i capunet e un vestito da gangster

- di Gianni Farinetti

Direttore carissimo, eccomi qua, la sua affezionat­a Annina della prima liceo Artistico di Torino con tante belle novità. Riassumend­o — ma sono certa che legge con avidità le mie letterine — come sa la nonna ha scritto un ricettario piemontese, come dice lei, come si mangiava bene una volta; ha trovato un agente letterario, una simpatica signora milanese che n’è rimasta entusiasta e che a sua volta l’ha fatto leggere a un importante editore che, elettrizza­to pure lui, ha fatto uscire il libro. Come le ho detto io ho illustrato il libro con delle vignette «casalinghe», infatti ho preso spunto da mio papà e mia mamma mentre mangiano. Bisogna riconoscer­e che l’editore ha preparato una campagna stampa di prim’ordine e così ringrazio anche lei, caro direttore, per la paginona con l’intervista alla nonna e a me corredata di belle fotografie della campagna piemontese. La nonna ha ricevuto un sacco di mail, la fermano persino per strada e al supermerca­to per farle i compliment­i. Lei firma autografi e mi dice che però adesso per fare la spesa ci vogliono due orette perché madame e madamin la bloccano per chiacchier­are. Ieri persino un senegalese alto 3 metri l’ha fermata perché voleva sapere qual è il cardo migliore da servire con la bagna cauda. La nonna gli ha risposto che il meglio del meglio è il cardo gobbo di Nizza Monferrato, ma ha aggiunto sussurrand­o di non stare lì a diventare matto a cercarlo, che un buon cardo anche non gobbo va benissimo. Poi una bella sorpresa, l’agente della nonna le ha telefonato per dirle che a una signora dell’astigiano piacerebbe moltissimo organizzar­e una presentazi­one a casa sua sulle colline del Monferrato. L’idea, magnifica, è di invitare un gruppo di persone ad assaggiare alcune ricette preparate dal suo cuoco sotto la direzione della nonna e di regalare agli amici una copia del libro! La nonna ha accettato e l’ha detto al papà e alla mamma invitando anche loro. La mamma è entrata subito in agitazione: «Cosa mi metto, cosa non mi metto», e via per negozi. La nonna, che tra le grandi virtù ha pure quella di conservare come si deve i suoi abiti, è scesa da Piera, la nostra portinaia che è un’ottima sarta e si è fatta aggiustare — le andava un po’ largo e la gonna non cadeva bene — uno chemisier di seta che ha messo l’ultima volta al matrimonio di sua cugina Rita quando s’è sposata con un notaio di Savigliano. Perle e scarpe con tacco basso e siamo a posto così. La mamma ha commentato che ormai la nonna assomiglia sempre di più alla Regina Elisabetta, chiudendo: «Avessimo almeno una decima parte dei suoi soldi». Lei, la mamma, ha deciso per un vestito con dei maxi papaveri, è andata a farsi la tinta ed è tornata rossa e gonfia genere Tina Turner. Il papà, che ha chiesto se poteva venire in bermuda — non puoi venire in bermuda — e si è poi messo il gessato tipo gangster che d’estate non è proprio il massimo, però, dice la mamma, la sua figura la fa. Insomma, siamo arrivati in una villa fa-vo-lo-sa piena di gente elegantiss­ima e il papà ha parcheggia­to il Suv arancione che gli ha prestato il suo amico Sergio tra una Jaguar e una Spider decappotta­bile. La padrona di casa è venuta ad accogliere la nonna lodando la sua mise. Un trionfo, la cucina è stata impiantata nel parco, la nonna ha fatto subito amicizia col cuoco e ha fatto preparare dei capunet con la verza che hanno lasciato tutti stupefatti dalla bontà. Poi, firmando gli autografi, un’altra signora le ha detto: «Adoro le sue ricette», e poi si è chinata su di lei confidenzi­ale: «Ma quel tizio vestito come Al Capone è il suo autista?» La nonna ha alzato gli occhi al cielo: «No, è mio genero, signora, mio genero».

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy