«Servono misure per gestire i boschi cedui, se le piante sono troppe possono diventare un pericolo»
«Per i boschi del Piemonte serve intervenire con una manutenzione corretta. Azioni che devono essere fatte con criterio dal personale specializzato. Per questo abbiamo bisogno che il nostro ruolo professionale venga riconosciuto e non che si utilizzino altre figure professionali». Gianmario Mottini, 67 anni, agronomo dal 1998 e professore in pensione, è il presidente della Federazione Interregionale degli Ordini dei Dottori Agronomi e Forestali del Piemonte e Valle d’aosta. Da anni lamenta la mancata manutenzione del territorio, della cura dei boschi e dei territori montani, ribadendo che il governo delle selve è fondamentale per ridurre i danni causati dagli eventi atmosferici. «Gli agronomi forestali sono circa 850 tra Piemonte e Valle d’aosta — spiega Mottini —. Il nostro ruolo spazia dalla difesa idrogeologica alla gestione delle aree boschive. Ma soprattutto abbiamo un ruolo importante nella valutazione per i recuperi ambientali, che sono di nostra esclusiva competenza». Una professione poco conosciuta da cui dipende però la salute di tutto il territorio. Tanto da spingere la Regione
Piemonte ad aumentare le risorse destinate alla cura delle foreste. Più di 8 milioni gli euro indirizzati per il recupero e delle aree boschive. Serviranno a migliorare la resilienza dei boschi colpiti da numerose calamità naturali. A prevederlo è il Prs (Piano di Sviluppo Rurale) che oltre al sostegno e alla prevenzioni dei danni, ha come obiettivo anche quello di accrescere la resilienza il pregio ambientale degli ecosistemi forestali. «È un primo passo ma non basta — chiosa Mottini —. Ci vogliono misure che aiutino a gestire i cedui. Se infatti le piante sono troppe rispetto a quanto consentito possono diventare un pericolo. Invece devono esserci leggi chiare su come intervenire».
In Piemonte, secondo Mottini, non servono però nuovi alberi. «Negli ultimi 30 anni aumento del 25% — dice —. Serve una gestione corretta. Il problema è che, ora come ora, il macchiatico spesso è negativo. Tagliare ha un costo superiore al costo di vendita. Così si preferisce non intervenire e lasciare il bosco a se stesso».