L’appetito viene in smart working
«Con le consegne a domicilio dei pasti ai lavoratori che si trovavano in smartworking abbiamo dato una svolta al nostro business. Ora l’obiettivo è portare il nostro food delivery, oltre che in tutta la provincia di Torino anche a Milano». Carlo Alberto Danna, 30 anni di Torino, è il Ceo di Morsy, la startup dell’incubatore I3P del Politecnico di Torino, nata nel 2017 dalle ceneri di un servizio consegna per ristoranti stellati e gastronomie purtroppo non decollato. «Negli ultimi mesi, dopo un crollo iniziale di richieste, abbiamo addirittura acquisito nuovi clienti — racconta Danna —. È vero che siamo passati dai 1.500 pasti consegnati a settimana agli 800 di oggi, ma è altrettanto vero che molte aziende, con le mense chiuse, stanno rivolgendosi a noi per trovare una soluzione alternativa per i propri dipendenti». Il servizio si basa sull’analisi delle preferenze e dei feedback dei clienti. Un dialogo costante che porta alla creazione di piatti diversi ogni settimana: comun denominatore la qualità del prodotto, spesso made in Piemonte. Punti di forza capaci di catturare l’attenzione di aziende del calibro di Generali Italia o Arduino.
«Oggi serviamo con i nostri pasti tutta la città di Torino oltre che Settimo, Leinì, San
Mauro e Mappano — continua il Ceo —. Siamo un’azienda che produce tutto da sola. Abbiamo la cucina interna dove i nostri chef usano solo prodotti di alta qualità, dal riso Aironi, al pollo Miroglio al formaggio Vallelata. Il pasto viene offerto a prezzi competitivi: si va dagli 8 ai 10 euro.
Anche se ora, a causa del Covid, mediamente costa 7,70 euro». La startup, fondata da quattro soci (Danna è quello di maggioranza), è in continua crescita. Dal 2017 a oggi ha visto moltiplicare il suo fatturato anno dopo anno passando da 50mila euro a 270 mila nel 2019.
Carlo Alberto Danna, 30 anni è il Ceo di Morsy
«Anche quest’anno eravamo partiti molto bene — spiega Danna —. Nel mese di febbraio avevamo già servito 6 mila ordini durante le pause pranzo aziendali. Avevamo in mente di raggiungere entro fine anno mezzo milione di euro. Ma con il Coronavirus ci siamo dovuti reinventare». Tra le idee non c’è solo quella di portare il pranzo a casa di chi lavora in smartworking ma anche quella di dare un servizio di spesa online destinato a chi non vuole fare la coda al supermercato.
«Per noi il lockdown è stato un momento difficile — dice ancora il Ceo —. Abbiamo dovuto trovare un modo per stare resistere. Così abbiamo pensato, oltre alla consegna del pranzo, ad attivare anche la spesa a domicilio. Un servizio che soddisfa i requisiti del mondo B2B e proposto senza costi. Così, sugli scaffali del nostro supermercato online, si possono trovare tutti i nostri prodotti. Per ora sono 450, erano 600 fino a febbraio. Puntiamo ad avere 1500 articoli a partire da settembre quando tutte le attività ripartiranno. Il nostro obiettivo:raggiungere un milione di euro di fatturato entro il prossimo anno».
Ora puntiamo a Milano e a raggiungere un milione di fatturato entro il prossimo anno