Toro, luce Verdi
Simone è il nuovo acquisto granata della «fase due» Longo carica il suo gioiello e prepara l’attacco in vista della decisiva sfida mercoledì con il Brescia
Ripartire dopo un poker incassato nel derby non è facile. Ma se si deve cercare un aspetto positivo in questo format inedito e tutto da scoprire del campionato, può essere proprio il fatto che non rimane mai tempo per piangersi addosso. Anzi, se è vero che la prossima partita è sempre la più importante, in questo caso per il Toro di Moreno Longo lo è davvero: mercoledì sera all’olimpico-grande Torino arriva il Brescia, in palio i tre punti più pesanti del campionato, almeno fin qui.
E per provare a conquistarli, il Toro sa di poter contare su quello che può a tutti gli effetti essere considerato il vero nuovo acquisto di questa «fase due»: Simone Verdi. Già, perché nonostante tutto, dal derby i granata sono tornati a casa anche con la consapevolezza di aver ritrovato il numero 24 per come forse non si era ancora quasi mai visto nel resto della stagione. Coraggioso, reattivo, concreto. Così Verdi ha accompagnato Andrea Belotti in attacco contro la Juve, conquistandosi il rigore con un tiro da fuori che è andato a impattare contro il braccio di Matthjis de Ligt, trovando anche la rete di un inaspettato pareggio poi annullato per fuorigioco proprio del Gallo: ma su quella palla Verdi si era fiondato con rabbia e coraggio, mettendola in rete in acrobazia. Sarebbe stato il gol che avrebbe cambiato non solo il pomeriggio del Toro ma tutta la stagione di Verdi. Che sa in ogni caso come non sia ancora troppo tardi per riscattarsi.
Le opportunità non mancano, anzi ce ne sono ogni tre giorni. In fondo proprio con l’avvento di Longo è arrivata la prima vera scossa del Verdi torinista, con quella zampata che era valsa al debutto del nuovo tecnico il momentaneo quanto illusorio vantaggio contro la Sampdoria. Poi ancora qualche problema fisico, l’ultimo dei quali lo ha costretto ai box in questa fase iniziale di ripartenza della stagione. Il rientro di Verdi è coinciso con la serie di tre sconfitte di fila, striscia negativa però anche figlia di un calendario in salita: per Simone comunque uno spezzone incoraggiante con il Cagliari, una prova di sacrificio con la Lazio, evidenti segnali di rinascita contro la Juve. E un ruolo da protagonista a svariare su tutto il fronte d’attacco come quello che gli ha cucito addosso Longo. Che di uno come lui avrà un grande bisogno sempre e comunque: la sostituzione dopo l’ora di gioco nel derby era tutto fuorché una bocciatura, era anzi figlia della decisione di non correre rischi proprio ora che i punti pesano doppio. E che un calcio d’angolo o una punizione, specialità della casa Verdi, possono fare la differenza. Il piede sinistro del fantasista granata sembra essersi sintonizzato sulle giuste frequenze dei tanti schemi preparati al Filadelfia, già capaci di portare dividendi in queste partite con due gol e una rigore procurato tutt’altro che figli del caso. Con un Verdi in più, le situazioni pericolose non possono che aumentare.
Insomma, dal derby il Toro esce con un k.o. pesante da digerire, non potrebbe essere diversamente. Ma anche con un Verdi finalmente ritrovato, chiamato a fare la differenza in un finale di stagione che ha ancora tanto, tantissimo da dire. A cominciare dalla partita di mercoledì sera con il Brescia, luoghi comuni o no, una finale o giù di lì. Per il Toro e pure per Verdi.