Corriere Torino

Allarme cani randagi Tre branchi mettono paura

- Di Paolo Coccorese

«Attenzione. Ci sono di nuovo dei cani randagi nel parco di Lungo Stura Lazio. Stamattina uno mi ha inseguito mentre passavo con la bicicletta per andare a lavorare». Risale a qualche tempo fa il racconto di Andrea Della Rolle. Il residente del quartiere Barca se l’è vista brutta e, sui social, racconta la sua disavventu­ra: «Mi hanno inseguito per un bel po’ prima di desistere. Mi avessero preso la gamba a quest’ora sarei in ospedale».terminato il lockdown e arrivata l’estate, si sono moltiplica­te le segnalazio­ni di cani che vivono liberi nelle periferie nord.

Alla fine si è arreso anche Francesco. Dopo aver lottato per due giorni all’ospedale di Savigliano, si trovava in coma irreversib­ile dopo l’incidente sul lavoro avvenuto nell’azienda di famiglia di Cavallerma­ggiore, anche per lui, come già per il fratello Davide, è stata dichiarata la morte. Il giovane 25enne era stato ricoverato, in condizioni disperate, giovedì mattina. Si era sentito male per le esalazioni del mais respirate all’interno del silos che stava livellando insieme con il fratello Davide Gennero, 22 anni, che invece era morto sul colpo. Era stato proprio Davide a tentare di soccorrere il fratello maggiore. Lo ha visto accasciars­i improvvisa­mente mentre stava sistemando il trinciato e si era precipitat­o a soccorrerl­o. Gli erano bastati pochi secondi per perdere i sensi a causa dei gas tossici inalati. Era morto tra le braccia del padre Claudio. L’uomo, proprietar­io dell’azienda agricola e di allevament­o bovini, aveva fatto il possibile per tirare fuori i figli dalla struttura tentando anche di rianimarli. Stavano entrambi lavorando a 40 metri di altezza, quasi alla sommità del silos che contiene il mangime per gli animali. Ancora poco tempo e la struttura sarebbe stata colma e pronta a svolgere la sua funzione di magazzino per il cibo da utilizzare nei prossimi mesi per gli animali allevati nell’azienda. Per Davide non c’era stato niente da fare: il suo cuore aveva già smesso di battere. Gravissime anche le condizioni di Francesco portato all’ospedale di Savigliano. Il 25enne è stato per 40 minuti senza ossigeno. Un tempo troppo lungo per poter far sperare i medici in una sua ripresa. La famiglia Gennero, molto conosciuta in paese, è molto conosciuta nella frazione del Pilone. Tutti conoscevan­o il profondo legame che univa i genitorit e i loro cinque figli. Il sindaco Davide Sannazzaro dichiarerà il lutto cittadino. Sul caso la Procura di Cuneo ha aperto un’inchiesta e posto l’area sotto sequestro. Le indagini dovranno accertare se i sistemi di sicurezza all’interno della struttura fossero funzionant­i, o se c’è stato qualche guasto.

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