Notte di disordini e tensione al cantiere della Tav Un poliziotto è rimasto ferito
Notte di disordini e tensione al cantiere della Tav Ferito un poliziotto
«La resistenza ai Mulini continua». Lo striscione che annunciava il week end di «lotta» in Val Susa era comparso qualche giorno fa in piazza Madama Cristina, ma era stato subito rimosso. L’appuntamento del 5 settembre è però rimasto cerchiato in rosso nel calendario e ha portato a una notte di disordini e tensioni. Un poliziotto è rimasto ferito.
«La resistenza ai Mulini continua». Lo striscione che annunciava il week end di «lotta» in Val Susa era comparso qualche giorno fa in piazza Madama Cristina, ma era stato subito rimosso. L’appuntamento del 5 settembre è però rimasto cerchiato in rosso nel calendario della campagna di fine estate per contrastare l’allargamento del cantiere di Chiomonte. A far salire la tensione fra le fila dei No Tav - se mai ce ne fosse stato bisogno – è stata la notizia di un (possibile) futuro utilizzo delle aree di stoccaggio temporaneo di Susa per lo smaltimento dello smarino proveniente dai nuovi scavi per la realizzazione della Torino-lione.
E così, dopo l’assemblea po
Lo scontro Il lancio di lacrimogeni ha messo fine all’assalto, ma i No Tav promettono battaglia
polare di sabato a Venaus, i tecnici de della comunità montana si sono spostati a Susa per un incontro con gli abitanti.
Tutto si è svolto in maniera pacifica, ma in serata circa 80 attivisti è partito dal campo sportivo di Giaglione per raggiungere il presidio dei Mulini, uno dei luoghi simbolo della resistenza No Tav. Il programma prevedeva il rifornimento di acqua e cibo per gli «irriducibili» accampati da settimane nella baita in pietra, una cena insieme e poi il ritorno a valle.
Invece un gruppo di manifestanti ha raggiunto il cantiere dell’alta velocità attraverso i boschi per una nuova azione dimostrativa. Prima hanno tagliato il filo spinato e poi, intorno alle 23, si sono avvicinati alla zona di espansione per l’ormai consueta battitura delle reti di protezione, appiccando anche il fuoco a una catasta di legna contro un pilone. L’incendio è stato subito spento dalle forze dell’ordine, schierate in assetto antisommossa, e la polizia ha utilizzato manichette e idranti per allontanare i manifestanti.
La notte di lotta però non si è fermata e alcuni antagonisti, fra i quali gli investigatori della Questura hanno riconosciuto diversi esponenti del centro sociale Askatasuna, sono ritornati verso la recinzione con scudi di plexiglass per proteggersi dal getto d’acqua. E hanno iniziato una fitta sassaiola. Un ispettore della Digos è stato colpito da un sasso ed è stato medicato in ospedale, mentre alcuni agenti del reparto mobile hanno riportato lievi contusioni.
Il lancio di lacrimogeni ha messo fine all’assalto, ma i No
Tav promettono nuove battaglie: «Nonostante le ordinanze prefettizie e il blocco dei sentieri più facilmente percorribili, abbiamo raggiunto prima i Mulini e poi le reti del cantiere – si legge sul sito Notva.info Questa lunga storia non finirà finché non verrà abbandonato l’inutile progetto che minaccia il nostro futuro e la nostra salute».
La Digos ha avviato un’indagine per individuare i responsabili dell’ennesimo attacco al cantiere, ma secondo Pietro Di Lorenzo, segretario del sindacato di polizia Siap, si tratta di provvedimenti poco efficaci: «Questi gravi episodi si ripetono con cadenze regolari ormai da decenni. Non possiamo continuare a contare i feriti fra i nostri agenti che fanno semplicemente il loro lavoro. Ben vengano le denunce, ci mancherebbe, ma servono misure più severe che impediscano a queste persone di organizzare assalti di questo tipo. Nel vano tentativo di dimostrare di avere il supporto e il consenso della popolazione locale, che invece si è da tempo sganciata da queste forme di violenza».
● Sono riprese le tensioni in Val di Susa dopo l’assemblea popolare che si è svolta ieri a Venaus
● L’altra sera, al termine di un incontro con i tecnici della comunità montana, un gruppo di circa 80 attivisti No Tav è partito da Giaglione per raggiungere il presidio dei Mulini e poi, attraverso i sentieri