Da Silvio libertà di voto ma tanti sono per il no
Il leader Silvio Berlusconi si è sempre detto «perplesso». Tanto da lasciare ai suoi un’assoluta libertà di voto. E nonostante anche Forza Italia abbia optato per il sì un anno fa, «oggi i nostri parlamentari sono quasi tutti per il no». La parlamentare Claudia Porchietto l’ha scritto su Facebook, e anche Roberto Rosso ha già deciso. Il deputato Osvaldo Napoli afferma di essere stato «il primo a dire no in Piemonte, perché a saltare sarà innanzitutto la rappresentatività territoriale: quasi tutte le nostre province perderanno eletti. E poi, il risparmio: è irrisorio. Perché i 5 Stelle non hanno votato la nostra riforma del 2016, o quella di Renzi? La verità è che quando sentono il terreno cedere sotto i piedi conclude - hanno bisogno di una norma populista per risalire». Come lui anche il segretario regionale Paolo Zangrillo, nonostante il «suo» presidente della Regione Cirio abbia detto sì. «Non si tratta di quantità – afferma -, ma di qualità. Possiamo anche dimezzare gli eletti, ma questo non li renderà più adeguati: per garantire alle istituzioni persone con competenza e struttura serve un ragionamento serio. Ai nostri giovani stiamo dando un messaggio devastante, e cioè che basta essere votato da 300 persone sulla rete per fare il ministro. Questo taglio va bene solo per i populisti che urlano nelle piazze, ed è una disgrazia senza una riforma della legge elettorale». Zangrillo, che in Parlamento si è astenuto, condivide la scelta di Berlusconi: «Giusto non dare ordini di scuderia su un tema così delicato».