I parlamentari aspettano ma militanti in pressing
Imilitanti premono, gli eletti attendono. Oggi il Partito Democratico sceglierà una linea condivisa (o opterà per il «liberi tutti»), ma nell’attesa pochissimi parlamentari piemontesi hanno voglia di esprimere la loro personale opinione sul referendum. La vicepresidente del Senato Anna Rossomando, il sottosegretario alla Giustizia Andrea Giorgis, i deputati Stefano Lepri e Davide Gariglio rispondono tutti all’unisono: «Preferisco attendere la direzione per prendere una posizione in merito». A scegliere di esporsi c’è, invece, la cuneese Chiara Gribaudo: «Questo referendum è un bluff, e il sì sarebbe la resa a un partito che non ha mai avuto rispetto verso le istituzioni: manca una riforma, il superamento del bicameralismo perfetto, e si andranno solo a danneggiare le famose “aree interne” che non avranno più rappresentanza. Come già dichiarato sul finanziamento pubblico ai partiti, anche in questo caso non ritengo siano questi i tagli da fare: bisogna pretendere di più dalla politica, e non rincorrere il populismo grillino». Come il resto del suo partito, anche Gribaudo ha votato sì ad ottobre alla Camera: «Ed è il «sì» che più rinnego di tutti i miei anni da parlamentare. Lo feci per disciplina, perché eravamo alla nascita del nuovo governo, ma già non ero convinta: non mi fidavo del M5S. E infatti dopo un anno non c’è stato alcun passo avanti sulla riforma: aver incardinato la legge elettorale non basta. L’incontro di oggi arriva fuori tempo massimo, il Pd – conclude - dovrebbe avere più coraggio».