Corriere Torino

Il leader voterà sì ma molti sono per il no

- ric.) (g. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Deve fare i conti con il proprio elettorato anche la Lega. Perché se formalment­e il partito sembra essere schierato per il sì, in molti tra i militanti continuano a scalpitare per il no, chi per convinzion­e e chi per dissenso verso la battaglia voluta dall’ex alleato grillino. E così gli eletti in Parlamento del partito del Carroccio non vogliono sbottonars­i – nonostante manchi davvero poco al voto. La deputata Elena Maccanti ammette che qualcuno, in Piemonte, ha già confessato: «Alcuni hanno ammesso che voteranno no». Ma lei preferisce aspettare: «Non mi esprimo, per ora». Della stessa idea Alessandro Benvenuto, parlamenta­re e segretario provincial­e della Lega: «La prossima settimana sarò a Roma e cercherò di capirci un po’ di più». Comprender­e, probabilme­nte, quale sia la vera linea del suo partito. Perché se il leader Matteo Salvini non la smette di ripetere lo stesso mantra, «ho votato quattro volte sì, e continuerò a farlo», non sembra essere arrivato da parte sua alcun ordine di fare campagna per il taglio ai parlamenta­ri; tanto che sulle pagine social degli eletti del Carroccio in pochissimi parlano di referendum. Una novità per un partito che si è sempre mosso come un sol uomo. Ecco perché alcuni pensano che il «sì» sia solo una formalità, ma che poi la crocetta andrà altrove nel segreto delle urne. Quel che è certo, è che in pochissimi si espongono. E anche il segretario regionale piemontese e capogruppo alla Camera Riccardo Molinari preferisce la strada del silenzio.

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Alessandro Benvenuto
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Elena Maccanti

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