Quel canestro è troppo alto: «Spostatevi in piazza d’armi»
Il ferro a 3,15 metri, un gruppo di ex giocatori di A scrive al Comune: solo così la ditta ci dà la garanzia
Quando un po’ troppe parabole erano finite sul ferro, all’avvocato Guglielmo Busatto è venuto un sospetto, rinforzato dal fatto che lo stesso destino l’avessero i tiri di un compagno di playground, ex giocatore di serie A e di una finale di Coppa Korac: insomma, una discreta consulenza tecnica, fosse stato davanti a un giudice. Così, un pomeriggio, si è presentato con il metro al parco Pietro Mennea, dietro piazza Marmolada, è ha misurato l’altezza dei canestri: tre metri e 15, ovvero 10 centimetri in più rispetto al regolamento. In poche parole, un altro sport. Più per curiosità (visto che il bel campetto da basket è nuovo) che per rompere le scatole, ha scritto una mail a palazzo Civico. Che ha reagito abbastanza in fretta (bravi), ma partorendo una risposta che solo la nostra incrollabile burocrazia avrebbe potuto inventarsi. Meglio di un romanzo di fantascienza dei fratelli Strugatzki.
Ebbene: «La vostra comunicazione — recita la mail — è stata inoltrata al Servizio Urbanizzazioni, titolare del progetto e dell’esecuzione dei lavori, che sottolinea che si tratta di impianto polivalente e non regolamentare, che deve soddisfare le esigenze di più sport contemporaneamente». Difatti, grazie al fondo in erba sintetica e alle porte da calcetto, si può appunto giocare a diversi sport. Detto ciò (altro applauso), non si capisce la banalità e l’utilità dell’errore. E qui c’è l’altro colpo di genio: «Si porta a conoscenza — continua la mail — che le strutture di cui sono richieste modifiche sono certificate dalla ditta produttrice e pertanto modifiche strutturali, quali quelle da voi richieste, non possono essere messe in atto, pena la decadenza della garanzia e la decadenza della certificazione che ne attesta la sicurezza». Chiusura con involontario humor inglese: «Si segnala anche, qualora non lo conosciate, il campo da basket recentemente riqualificato in piazza d’armi, i cui canestri dovrebbero essere regolamentari». Dovrebbero.
Ribadito che non si comprende perché comprare, o montare, attrezzi sportivi sballati, l’assist l’aveva comunque scritto il gruppetto di amici: «Il nostro suggerimento di modifica (cioè ribassare l’intera struttura piantandola più a fondo nel terreno di 10 centimetri) non comporterebbe certamente alcuna modifica strutturale e, anzi, renderebbe la struttura ancora più stabile ed inamovibile».
E pure sicura, visto che allo stato attuale, non lo è del tutto, per i pali piantati proprio sulla riga di fondo: «Cioè sulla linea che delimita la fine dell’area in cui sia chi gioca a pallacanestro sia chi gioca a calcetto può andare a transitare, con grave e concreto rischio (già occorso anche a taluno di noi) che ci si sbatta contro, causandosi danni fisici non da poco». Azzardiamo la risposta: nel caso, a un chilometro e mezzo, sempre dritto, c’è il Mauriziano.
La replica «Con i pali piantati sulla linea di fondo c’è il rischio di farsi male: com’è già successo»