Vietti, sei «maturo»
è nato a Cirié (Torino) il 13 ottobre 2001.
In alto, coi professori, ieri mattina.
A lato, sul gradino più alto del podio nel Gp di Stiria
Per Celestino Vietti Ramus, pilota torinese di Moto3 del Team Sky VR46, gli esami non finiscono mai. Ieri la maturità a Torino, nel weekend il Gp di Misano: «È la gara di casa, a maggior ragione ora che abito a Tavullia a un quarto d’ora dal circuito — dice con una leggera inflessione romagnola —. Per noi dell’academy di Valentino Rossi è un appuntamento molto importante. Spero di togliermi qualche bella soddisfazione». Ieri mattina il 19enne di Coassolo ha ottenuto il diploma da perito meccanico (da privatista) all’istituto Professionale «Dalmazio Birago» di corso Novara 56. Si è presentato puntuale, alle 9.30, scortato da mamma Elvira Dalmazzotti: «A metà luglio, nella settimana del Gp di Jerez, Celestino aveva superato la prova di ammissione alla maturità. Prima la scuola e poi tutto il resto, come ho sempre detto anche a suo fratello Doriano. Nello sport, può succedere di tutto. Un diploma da meccanico serve sempre. Noi poi abbiamo un’officina per macchine agricole...». Air Jordan ai piedi, jeans e maglietta nera. Vietti è visibilmente emozionato, proprio come due settimane fa al Gran premio di Stiria, quando era salito per la prima volta sul gradino più alto del podio. Un sorriso ai giornalisti, un colpo di gomito alla collaboratrice scolastica, qualche foto con i professori e poi sotto con l’esame, durato un’ora scarsa.
Celestino, allora, come è andata?
«Direi bene (la commissione conferma: promosso con 95/100; ndr), ero preparato su tutto o quasi. I miei punti deboli? Italiano e storia, però me la sono cavata come con inglese, matematica e materie tecniche tipo elettronica e tecnologia della manutenzione dell’automobile. È stato un anno scolastico molto particolare, per il Covid, ma sono sempre rimasto in contatto con i professori».
Più complicato questo esame o una prova del Motomondiale?
«La maturità, sicuramente. Diciamo che mi sono tolto un bel peso. Oggi avevo tutti gli occhi addosso, ero un po’ teso, quando corro in pista invece mi sento in un habitat
Che pressione
«Mi sono tolto un bel peso, ero teso. È sempre meglio avere un diploma in tasca...»