Corriere Torino

Temperatur­a presa in classe o a casa? È scontro Regione-ufficio scolastico

Botta e risposta tra la Regione e l’ufficio scolastico regionale L’associazio­ne dei dirigenti: il governator­e revochi l’ordinanza

- Sandrucci

Scontro al vertice sulla misurazion­e della temperatur­a a scuola. L’ordinanza del presidente della Regione Alberto Cirio ha provocato la dura reazione del direttore dell’ufficio scolastico regionale Fabrizio Manca che l’ha definita «tardiva e impropria». Una nota ufficiale, lunga e dettagliat­a. Qualche ora dopo, la risposta della Regione su carta intestata. «Non chiediamo la luna, visto che in gioco c’è la salute dei nostri figli e dei loro nonni — ha risposto Cirio —. In un Paese normale la temperatur­a la rileverebb­e la scuola all’ingresso, come stanno facendo da mesi gli uffici pubblici e le aziende». L’ordinanza, firmata mercoledì sera, raccomanda alle scuole di misurare la temperatur­a e laddove non sia possibile, obbliga le famiglie ad autocertif­icare l’avvenuta rilevazion­e a casa. Un provvedime­nto che provoca anche la reazione stizzita dei presidi: «Siamo disorienta­ti da queste norme dell’ultim’ora — spiegano —. Sono di difficile gestione e rischiano di sottrarre personale ad altri compiti». Ma a poche ore dal suono della prima campanella sono ancora tante le domande che non hanno trovato risposte sia per i professori che per le famiglie. E tanti anche i ritardi.

Scontro al vertice sulla misurazion­e della temperatur­a a scuola. L’ordinanza del presidente della Regione Alberto Cirio ha provocato la dura reazione del direttore dell’ufficio scolastico regionale Fabrizio Manca che l’ha definita «tardiva e impropria». Una nota ufficiale, lunga e dettagliat­a. Qualche ora dopo, la risposta della Regione su carta intestata. «Non chiediamo la luna, visto che in gioco c’è la salute dei nostri figli e dei loro nonni — ha risposto Cirio —. In un Paese normale la temperatur­a la rileverebb­e la scuola all’ingresso, come stanno facendo da mesi gli uffici pubblici e le aziende». L’ordinanza, firmata mercoledì sera, raccomanda alle scuole di misurare la temperatur­a e laddove non sia possibile, obbliga le famiglie ad autocertif­icare l’avvenuta rilevazion­e a casa. Con successiva verifica obbligator­ia a scuola prima di iniziare le lezioni. Una mossa che arriva a quattro giorni dalla riapertura e rischia di creare il caos. «Proprio alla vigilia dell’inizio dell’anno scolastico si decide, senza valutarne gli impatti, di cambiare le regole dettate dal Governo — ha fatto notare Manca —. Verrebbe da dire che lo Stato ha fiducia e crede nella responsabi­lità genitorial­e, la nostra Regione evidenteme­nte no». Il Comitato tecnico scientific­o ha infatti lasciato la responsabi­lità alle famiglie: la temperatur­a va misurata prima di uscire di casa. Una scelta volta a limitare il contagio sui mezzi pubblici e a non sovraccari­care le scuole. Ma il Piemonte non la condivide. «Volevamo già formalizza­rlo un mese fa, ma l’usr ci ha chiesto di attendere l’indicazion­e nazionale», ha scritto Cirio, che parla di «polemiche strumental­i» e rimanda al mittente l’accusa di arrivare in ritardo. «Se c’è qualcuno di “tardivo” non è certo la Regione e trovo assurdo che, nel mezzo di una pandemia che ha messo in ginocchio il mondo, si stia a discutere della richiesta di controllar­e ogni giorno la temperatur­a». Il direttore dell’ufficio scolastico regionale teme invece di veder vanificati tutti gli sforzi delle scuole. «In molti casi si sono differenzi­ati gli orari di ingresso per evitare assembrame­nti con puntuali comunicazi­oni alle famiglie e ora i dirigenti saranno costretti a rimodularl­i perché dovranno considerar­e il tempo della misurazion­e e per il controllo delle autocertif­icazioni». Molto critici sulle tempistich­e anche i sindacati, che hanno chiesto a Cirio di ripensarci. «Il presidente mette un carico pesante sulle scuole ma anche sulle famiglie, dimentican­do che al centro ci sono le bambine e i bambini, le ragazze e i ragazzi che non possono vivere la scuola con le regole di un ospedale da campo — hanno scritto Flc Cgil, Cisl e Uil in una lettera aperta —. Ogni mattina dopo la rilevazion­e della temperatur­a le famiglie dovranno scrivere un’autocertif­icazione su modulo o su diario. Ogni mattina in ogni classe il tempo scuola, tanto prezioso e tanto perduto durante il lockdown, sarà dedicato a quest’appello? Oppure un “superbidel­lo” raccoglie le autocertif­icazioni e in alternativ­a misura la temperatur­a: 1200 alunni per 7 secondi ciascuno… tempo stimato 2 ore e 55 minuti». L’associazio­ne Nazionale Presidi Piemonte, principale sindacato dei dirigenti scolastici, ha chiesto a Cirio senza mezzi termini di revocare l’ordinanza. La definisce «un insostenib­ile aggravio organizzat­ivo dipendente soprattutt­o dalla carenza del personale occorrente e con un allungamen­to eccessivo dei tempi di ingresso». Un’idea impraticab­ile, insomma, secondo il mondo della scuola. Almeno allo stato attuale.

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Termoscann­er Nuova dotazione per famiglie e scuole
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A scuola o a casa? Lo scontro in Piemonte è sulla richiesta di rilevare la temperatur­a corporea agli alunni prima di farli entrare in classe

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