Corriere Torino

Residenti azionisti della riqualific­azione con il crowdfundi­ng di «Bottom Up!»

Il progetto, pensato dall’ordine degli architetti, si chiude a novembre

- Di Paolo Coccorese

L’eco dell’iniziativa è arrivata anche all’estero perché promette di essere rivoluzion­aria. Certo, bisognerà vedere «quali risultati si raggiunger­anno», ha fatto notare Dario Gallina, il presidente della Camera di commercio, alla presentazi­one di ieri. L’ardito e complicato meccanismo di Bottom Up! prevede di cucire addosso alla comunità che la vive, la trasformaz­ione di una parte della città. Nel festival, promosso dall’ordine degli architetti e della Fondazione per l’architettu­ra, i residenti saranno i protagonis­ti. Non solo come catalizzat­ori di idee e bisogni, ma anche come azionisti. Merito di una piattaform­a di crowdfundi­ng che permette, con piccole o grandi donazioni, di avviare la riqualific­azione anche dove il pubblico non riesce o non può arrivare.

Prima del lockdown erano stati presentati i quattordic­i progetti in concorso. La maggioranz­a concentrat­a nelle Circoscriz­ioni 6 e 7. A testimonia­re quanto sia fragile e, allo stesso tempo, effervesce­nte la periferia di Torino Nord. «L’obiettivo è portare la discussion­e sulla trasformaz­ione urbana tra i cittadini», spiega Maurizio Cilli, uno dei curatori. Puntando su interventi molto attuali. Incentrati su «luoghi in sospeso», come gli orti abusivi sul Sangone. O, per esempio, i giardini delle scuole da rendere più permeabili col quartiere.

Tante idee possibili. Partecipan­ti a una gara, al cui termine non sarà dichiarato un vincitore, per cercare le risorse necessarie. Con alcune campagne di finanziame­nto sviluppate dalla piattaform­a Starteed (visionabil­i su www.bottomupto­rino.it), dove tutti i progetti di rigenerazi­one dal basso saranno consultabi­li grazie a video, contenuti e il racconto dei protagonis­ti. «Il crowdfundi­ng è uno strumento di espansione della comunità, che comprender­à il consiglio della Fondazione con tanti imprendito­ri e protagonis­ti della cultura che vogliono mettere al centro la coesione sociale e la felicità urbana», spiega Alessandra Siviero, presidente della Fondazione per l’architettu­ra. Per partecipar­e c’è tempo fino al 3 novembre. Quando al nuovo Greenpea, Eataly Lingotto, le «squadre» dei progetti chiuderann­o le campagne con un’ultima presentazi­one.

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Sono quattordic­i i progetti scelti per l’iniziativa e comprendon­o attività nelle scuole e la costruzion­e di un forno sociale
Idee Sono quattordic­i i progetti scelti per l’iniziativa e comprendon­o attività nelle scuole e la costruzion­e di un forno sociale

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