Il Gallo canta sempre
Il Covid «intralcia» l’era Giampaolo, ma il Torino può intanto aggrapparsi a Belotti, capitano-bandiera senza tentazioni di mercato
Non è semplice programmare di questi tempi. Prendete il Toro, proprio quando sembrava arrivato il momento per entrare nel vivo del pre-campionato, con il mini-ritiro di Biella che doveva condurre alla doppia amichevole con la Primavera granata e soprattutto con la Sampdoria, ecco un nuovo caso coronavirus a modificare i piani di Marco Giampaolo. La notizia nella serata di mercoledì della positività al Covid-19 di un membro dello staff, fortunatamente asintomatico e subito sottoposto a isolamento, ha parzialmente bloccato il lavoro del Torino rimasto in ogni caso a Biella: solo al termine della giornata di oggi sarà possibile ricalibrare la preparazione in vista del debutto in campionato previsto per sabato 19 sul campo della Fiorentina.
Si naviga a vista quindi, non può essere altrimenti. Provando ad aggrapparsi alle certezze di sempre, considerando come il lavoro di progressivo cambiamento sia stato inevitabilmente messo in pausa proprio quando doveva cominciare per davvero, con il rientro di tutti i nazionali e la full immersion prevista nel mini-ritiro di Biella. Ci si aggrappa alle certezze, quindi ad Andrea Belotti. Perché il capitano c’è, c’è sempre stato e sempre ci sarà.
Pur essendo il centravanti della Nazionale dividendosi spazio e titolarità con Ciro Immobile, pur arrivando da cinque stagioni consecutive in doppia cifra, pur essendo un simbolo del centravanti moderno che combatte a tutto campo, Belotti non è mai stato uno di quelli che han chiesto la cessione: il suo grande club si chiama Toro e nel Toro si sente grande. Tanto che quella famosa clausola rescissoria da 100 milioni sembra far parte del passato. Il presidente granata Urbano Cairo non lo ha mai messo sul mercato e se lo tiene stretto consapevole di come Belotti sia bandiera vera. Una certezza, appunto, sotto ogni punto di vista. Le prove generali sono state interrotte, riprenderanno appena sarà possibile. A livello individuale, però, basta il nome per capire come il Toro possa in ogni caso aggrapparsi al suo capitano. Uno che solitamente non fallisce l’appuntamento con la prima volta, se sbaglia un colpo poi va a bersaglio con quello successivo. Basta guardare alla scorsa stagione: in gol alla prima di Europa League, al debutto in campionato (con la complicità della suola di Zaza), ha sbagliato un rigore al rientro dopo il lockdown contro il Parma per poi dare il via alla striscia di gol consecutivi più lunga della sua carriera segnando per sei partite di fila. Pure negli anni precedenti non si è mai fatto attendere troppo il primo canto del Gallo. Stagione 2018-2019, prima di Coppa Italia contro il Cosenza, doppietta. Stagione 2017-2018, esordio sempre in Coppa contro il Trapani e gol. Stagione 2016-2017, polveri bagnate contro la Pro Vercelli in Coppa Italia ma pronto riscatto in campionato a San Siro contro il Milan nonostante la sconfitta finale. Più graduale l’inserimento nel 20152016, arrivato in chiusura di mercato. Non c’è cambio di programma che tenga, appena sveglio il Gallo canta sempre o quasi. Fiorentina avvisata.