Centro Estero, tensioni imprese-regione
Agli industriali non piace la scelta di Ricca
Crolla l’export delle imprese piemontesi (-21% nel secondo semestre), ma neanche il Centro Estero, l’ente che dovrebbe promuovere il rilancio delle esportazioni, se la passa molto bene. Il Ceip, 3,5 milioni di euro di budget annuale, è senza vertici da quasi tre mesi. E senza un piano industriale per il futuro. E ieri, nonostante tutto, si è consumato un nuovo strappo tra Regione e mondo delle imprese sulla nomina del successore dell’ex manager Gm Pierpaolo Antonioli, presidente dimissionario Ceip.
La regola non scritta dal «sistema Torino» dice che il numero uno del Centro Estero venga suggerito da Confindustria, per poi governare un consiglio di amministrazione determinato dai principali azionisti: Regione Piemonte e Camere di Commercio. In via
Fanti, dopo la rinuncia di Licia Mattioli, ha preso corpo la candidatura alla presidenza del Ceip di Pietro Mulatero, ex ad di Fata Logistics e di Unionfidi. Unioncamere Piemonte e Camera di Commercio di Torino propongono come consigliere del Ceip Giorgia Garola. Altra opzione che piace agli industriali non solo per il consiglio ma anche per la presidenza del Centro Estero, visto che l’imprenditrice torinese è stata fino a pochi mesi fa al vertice dei giovani di Confindustria Piemonte.
L’ipotesi però lascia perplessi gli artigiani e le Pmi perché — sostengono — il sistema camerale dovrebbe esprimere una figura più legata al mondo della piccola impresa. Tant’è che in mezzo alle manovre, tra intese, mezzi patti, indecisioni e anche vecchie ruggini, l’assessore regionale alle Partecipate Fabrizio Ricca ha provato a tirare dritto e a forzare la mano. E ieri ha preparato la delibera con cui proporre all’assemblea Ceip di martedì il nome di Dasono rio Peirone, docente di Giurisprudenza, esperto di diritto, ma — secondo le imprese — poco esperto di internazionalizzazione. Apriti cielo, quindi. I mugugni degli industriali arrivati fino alle orecchie del governatore Alberto Cirio che ha congelato la delibera di Ricca invitando tutti a ricucire e a trovare una sintesi entro martedì. Perché l’export del Piemonte non è questione di casacca. E oltre ai nomi ci devono essere contenuti per il rilancio del Centro Estero. Sempre meno ente che accompagna le imprese alle fiere di settore, ma motore che spinge e attrae investimenti. Fino a un anno fa si pensava a una sorta di «privatizzazione» del Ceip, con l’ingresso delle associazioni industriali. Ipotesi andata in soffitta e sostituita invece dal suo opposto: una società al 100% pubblica, a trazione regionale, che rimane il grande dispensatore di risorse del Ceip. Per trovare una sintesi come richiesto da Cirio, gli industriali potrebbero fare un passo indietro accettando Peirone alla presidenza. In cambio però chiederebbero di poter indicare il direttore generale. Posto che oggi è occupato da Giuliano Lengo.
I nomi L’assessore punta su Peirone, le imprese invece su Mulatero e Garola