Corriere Torino

Centro Estero, tensioni imprese-regione

Agli industrial­i non piace la scelta di Ricca

- Di Christian Benna

Crolla l’export delle imprese piemontesi (-21% nel secondo semestre), ma neanche il Centro Estero, l’ente che dovrebbe promuovere il rilancio delle esportazio­ni, se la passa molto bene. Il Ceip, 3,5 milioni di euro di budget annuale, è senza vertici da quasi tre mesi. E senza un piano industrial­e per il futuro. E ieri, nonostante tutto, si è consumato un nuovo strappo tra Regione e mondo delle imprese sulla nomina del successore dell’ex manager Gm Pierpaolo Antonioli, presidente dimissiona­rio Ceip.

La regola non scritta dal «sistema Torino» dice che il numero uno del Centro Estero venga suggerito da Confindust­ria, per poi governare un consiglio di amministra­zione determinat­o dai principali azionisti: Regione Piemonte e Camere di Commercio. In via

Fanti, dopo la rinuncia di Licia Mattioli, ha preso corpo la candidatur­a alla presidenza del Ceip di Pietro Mulatero, ex ad di Fata Logistics e di Unionfidi. Unioncamer­e Piemonte e Camera di Commercio di Torino propongono come consiglier­e del Ceip Giorgia Garola. Altra opzione che piace agli industrial­i non solo per il consiglio ma anche per la presidenza del Centro Estero, visto che l’imprenditr­ice torinese è stata fino a pochi mesi fa al vertice dei giovani di Confindust­ria Piemonte.

L’ipotesi però lascia perplessi gli artigiani e le Pmi perché — sostengono — il sistema camerale dovrebbe esprimere una figura più legata al mondo della piccola impresa. Tant’è che in mezzo alle manovre, tra intese, mezzi patti, indecision­i e anche vecchie ruggini, l’assessore regionale alle Partecipat­e Fabrizio Ricca ha provato a tirare dritto e a forzare la mano. E ieri ha preparato la delibera con cui proporre all’assemblea Ceip di martedì il nome di Dasono rio Peirone, docente di Giurisprud­enza, esperto di diritto, ma — secondo le imprese — poco esperto di internazio­nalizzazio­ne. Apriti cielo, quindi. I mugugni degli industrial­i arrivati fino alle orecchie del governator­e Alberto Cirio che ha congelato la delibera di Ricca invitando tutti a ricucire e a trovare una sintesi entro martedì. Perché l’export del Piemonte non è questione di casacca. E oltre ai nomi ci devono essere contenuti per il rilancio del Centro Estero. Sempre meno ente che accompagna le imprese alle fiere di settore, ma motore che spinge e attrae investimen­ti. Fino a un anno fa si pensava a una sorta di «privatizza­zione» del Ceip, con l’ingresso delle associazio­ni industrial­i. Ipotesi andata in soffitta e sostituita invece dal suo opposto: una società al 100% pubblica, a trazione regionale, che rimane il grande dispensato­re di risorse del Ceip. Per trovare una sintesi come richiesto da Cirio, gli industrial­i potrebbero fare un passo indietro accettando Peirone alla presidenza. In cambio però chiederebb­ero di poter indicare il direttore generale. Posto che oggi è occupato da Giuliano Lengo.

I nomi L’assessore punta su Peirone, le imprese invece su Mulatero e Garola

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Il presidente Cirio ha fermato la delibera
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Il presidente Alberto Cirio ha congelato la delibera
La decisione Il presidente Alberto Cirio ha congelato la delibera

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