Corriere Torino

Alle primarie tutti in fila e genitori ottimisti

Le Primarie hanno rispettato le disposizio­ni anti-covid L’ansia delle famiglie: «Aule riaperte, speriamo che duri»

- Sandrucci

In fila con gli zainetti colorati entrano in classe. Ordinati gli alunni delle Primarie. I genitori: finalmente a scuola, speriamo che duri.

In fila indiana come soldatini, accolti uno per uno all’ingresso. La scuola è ricomincia­ta con la mascherina e il «bip» del termometro per tanti bimbi delle elementari, tornati in classe ad orari scaglionat­i e ingressi separati. Nelle scuole del primo ciclo il piano per la riapertura ha funzionato, nemmeno la misurazion­e della temperatur­a ha portato via troppo tempo. Giù la mascherina per l’ultimo bacio alla mamma o al papà e poi via con le maestre. Grembiulin­i e zainetti colorati, come sempre, e tanta voglia di tornare in classe. In tutto oltre 266 mila allievi tra Torino e provincia, dall’asilo alle superiori, sono tornati ieri a scuola secondo i dati comunicati dall’ufficio scolastico territoria­le. Trentamila alla scuola dell’infanzia, poco più di 86 mila alla primaria, 57 mila alle medie e 92 mila alle superiori. «I genitori sono stati collaborat­ivi: dopo un primo disorienta­mento, normale per capire le dinamiche di un nuovo modo di entrare, è andato tutto bene», commenta la preside Maria Antonietta Roma, che ha accolto 500 bambini nel plesso della primaria Baricco di corso Peschiera. «Oggi dovevamo rompere il ghiaccio, poi diventerà la routine quotidiana: in realtà è più semplice di quanto sembra, non c’è niente di impossibil­e». Per Azzurra, Rebecca, Leonardo, Elvira della prima D è stato il primo giorno della prima elementare, la scuola per loro inizia indossando la mascherina. Nessuno protesta. «Ci sarà tanta confusione con le influenze, ma sono ottimista, penso che non ci saranno casi di Covid», sostiene Daniela, mamma di un bimbo di seconda. «La misurazion­e della temperatur­a anche al cancello però ci rassicura un po’ tutti». Alla Baricco le operazioni di ingresso sono terminate nel giro di un’ora, accoglienz­a delle prime compresa. «Speriamo solo che duri», dicono i collaborat­ori scolastici dopo aver posato il termometro. «Così le scuole potevano essere riaperte anche a maggio: bastava distanziar­e i banchi, mettere mascherine e dotare di gel», osserva Francesca Fiore, referente torinese del comitato «Priorità alla scuola» con due bimbe all’ic Ricasoli. «Per il resto è andata bene, bambini felicissim­i e anche noi genitori». Ieri ha ripreso le attività didattiche anche la Scuola in Ospedale del Regina Margherita, prima in Italia a ricomincia­re. Un primo giorno ancora più importante degli altri. «È un servizio fondamenta­le per il legame che c’è tra scuola e salute, da molti ancora sottoplica­to valutato», dice la preside Tiziana Catenazzo, che a fine mattinata ha accompagna­to il presidente della regione Alberto Cirio nella visita agli studenti ricoverati. Le scuole riaprono, ma il problema resta la mancanza di personale segnalata pressoché ovunque. «Ripartire è stato come non siamo ancora a posto, abbiamo gravi buchi nell’organico — dice Luca Albana, preside dell’ic Alvaro Gobetti —. Da noi i collaborat­ori scolastici si sono fatti in quattro, nel senso letterale, visto che ne manca il 40%». È stato lui quest’anno a fare gli onori di casa per il saluto delle autorità. Il giardino della primaria Gobetti, a Mirafiori Nord, ha ospitato l’assessora all’istruzione Antonietta Di Martino e la consiglier­a delegata di Città Metropolit­ana Barbara Azzarà passate per un saluto simbolico a tutti i bambini. «Per arrivare a oggi le scuole hanno lavorato duramente e il percorso non è ancora concluso — ha detto Di

Martino —. Alle famiglie chiedo collaboraz­ione, sarà un anno sicurament­e impegnativ­o». Per i bambini l’importante è che la scuola abbia riaperto, non importa quanta fatica sia costata agli adulti. «Io non vedevo l’ora di tornare in classe, volevo vedere i miei compagni», dice Martina, insieme a Nora nel prato della Gobetti. E la mascherina? «Non da poi così fastidio, tra noi ci siamo riconosciu­ti e ci ricordiamo tutti i nomi». Archiviato un primo giorno così speciale, ora bisogna vedere come andrà. In attesa di pre e post scuola, mensa e tempo pieno.

❞ L’assessora Di Martino Alle famiglie chiedo collaboraz­ione, sarà un anno sicurament­e impegnativ­o

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Sicurezza in classe Gli alunni di una scuola elementare al loro primo giorno in classe dopo il lungo periodo di stop. Distanze rispettate e misure igieniche osservate

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