Alle superiori troppi assembramenti
I Licei del centro hanno provato a scaglionare gli orari Tante mascherine abbassate, poi sul naso solo per entrare
I Licei del centro hanno provato a scaglionare gli orari. Tante mascherine abbassate, poi sul naso solo per entrare.
Abbracci, baci, carezze: inizia così il primo giorno di scuola delle superiori, con gli studenti che finalmente si ritrovano «dal vivo» sei mesi dopo l’inizio della pandemia. L’effetto è un po’ quello della movida, tra musica e cori, e i compagni si trasformano in congiunti prima ancora di entrare in classe. Tra genitori che accompagnano le matricole, qualche parente e l’intera popolazione delle classi l’affollamento è inevitabile. L’ingresso a scaglioni non basta, e fuori dagli istituti centinaia di studenti attendono, ammucchiati, di tornare a vivere un po’ di normalità. La speranza è che tutte le autocertificazioni strette tra le mani dei ragazzi siano corrette. Non mancano gli scherzi, tra chi si tossisce in faccia e chi ruba la mascherina all’amico, e nemmeno qualche polemica. «Dopo 4 mesi di scuole chiuse e di disastrosa didattica a distanza, mancano ancora i docenti e gli spazi non sono sufficienti — afferma Daniele Mongini, studente del liceo D’azeglio. Ci avevano promesso un ritorno in sicurezza, con classi più piccole, ma gli investimenti nella scuola pubblica sono un’inezia rispetto a quello che servirebbe. Il ministro Azzolina ci prende in giro quando dice che non esistono più le classi pollaio. Anche il trasporto pubblico è stato pessimo, così non va». Tra i professori, nessuno vuole prendersi la responsabilità di commentare la situazione: «Preferisco non parlare, capiscimi, cosa dovrei dire? Ci voleva una pandemia perché in Italia la scuola tornasse al centro del dibattito pubblico». Al Galfer c’è solo un ingresso, e non vi è alcuna differenza tra il pre e il post Covid. Tranne per le mascherine, che vengono alzate fino al naso solo quando si entra nell’istituto. Alle 8 il fiume di studenti davanti all’entrata è inverosimile. La situazione si aggrava alle 10, quando il secondo filone di ingressi si somma alle classi che tornano a casa dopo due ore di lezione. Il distanziamento sociale è pura fantasia. «Sono scioccata e inferocita — commenta Ilenia Bramardi, una delle madri che aspetta la figlia fuori da scuola —. Io e mio marito siamo due medici, dopo tanta attenzione non possiamo rischiare di essere contagiati. Mia figlia rispetta le regole e tiene la mascherina, ma attorno a lei c’è uno sciame di studenti. Gli altri la guardano come un’aliena, conoscendola si sarà sentita esclusa, ma sono fiera di lei. Forse la presenza di qualche pattuglia avrebbe aiutato — continua — anche solo come proforma. Capisco che la competenza dei presidi vale solo fino ai cancelli, ma che senso ha tenere la mascherina in classe se fuori non c’è nessun controllo? E poi vedo tanti genitori senza mascherina, se gli adulti non danno il buon esempio è finita». Stessa situazione in diversi licei del centro: Gobetti, Gioberti, D’azeglio e Alfieri, che non sfrutta a dovere i diversi ingressi a disposizione. È una fortuna che non tutti gli studenti siano tornati in presenza, una percentuale significativa infatti ha vissuto il primo giorno come nel lockdown. Ma anche in questo caso le polemiche non mancano: «La didattica a distanza? Chi dice che funziona è fuori dalla realtà — commenta un genitore — ho visto mio figlio spegnersi davanti a un computer. E tanti suoi compagni hanno avuto problemi di connessione, non può essere una soluzione». Non mancano tuttavia i casi positivi, come il liceo
Regina Margherita: qui i professori hanno accolto gli studenti in diversi punti fuori dall’istituto, per poi accompagnarli in classe. Un altro esempio da cui prendere spunto è quello del Convitto Umberto I, che ha fatto di necessità virtù. I banchi singoli non sono ancora arrivati, e così per rispettare le disposizioni alcuni studenti hanno trascorso le ore di lezione nella chiesa della Confraternita di San Rocco. «Il rischio zero non esiste», aveva detto nei giorni scorsi l’assessora all’istruzione Chiorino, un’affermazione che oggi sembra quasi sarcastica.
❞ Una madre Che senso ha tenere la mascherina in classe se fuori non c’è nessun controllo?