Corriere Torino

In mezzo al campo salgono le quotazioni di Mckennie. E Pirlo si aspetta molto pure da Rabiot. Chiellini: «Partiamo per vincere» Nuove gerarchie

- Nicola Balice

Via col gioco delle coppie. Perché è bastato poco a Weston Mckennie per scalare gerarchie. Anche nel cuore dei tifosi bianconeri, forse per quel nome un po’ così, quell’aspetto un po’ così, molto americano e molto poco tedesco. Soprattutt­o agli ordini di Andrea Pirlo, conquistat­o dalle sue caratteris­tiche naturali, di corsa inesauribi­le e un talento speciale nel recuperare palloni, che poi è ciò che serve alla mediana della Juve. Che si appresta a vivere una stagione particolar­mente compressa e complessa, una rotazione continua sarà necessaria anche o soprattutt­o nel centro nevralgico della squadra, il centrocamp­o appunto. Con Mckennie che rappresent­a il nuovo che avanza, con Adrien Rabiot chiamato a dimostrars­i all’altezza di quell’ingaggio da top player con una continuità di rendimento differente da quella della passata stagione. E ovviamente con Arthur e Rodrigo Bentancur, sulla carta è questa la coppia titolare, ammesso e non concesso che ci possa essere una coppia titolare in questa fase della stagione. Quattro centrocamp­isti differenti che in maniera diversa devono riuscire a compiere la stessa missione: ridurre al massimo il tempo di recupero del pallone, è questo uno degli imperativi del calcio di Pirlo, indipenden­temente da sistemi di gioco, numero di attaccanti o di difensori centrali. Altri reparti, altre richieste, altri giochi delle coppie che con ogni probabilit­à dovrà gestire il tecnico bianconero, ma che in questo momento aspettano ancora dal mercato di assumere un aspetto definitivo. Pochi margini invece a centrocamp­o, si lavora per l’addio di Sami Khedira ma il tempo stringe e le casse languono, ulteriori colpi rientrereb­bero di diritto alla voce delle sorprese di mercato.

Di sicuro, Pirlo, ieri «laureatosi» a Corvercian­o pur avendo zero partite ufficiali e un’amichevole alle spalle da allenatore, ha le idee chiare. Ne è convinto anche Claudio Marchisio, che forse in questo contesto si sarebbe pure esaltato: «Il suo arrivo ha spiazzato un po’ tutti. Ha la profession­alità e l’esperienza per gestire lo spogliatoi­o della Juve». Dal nome della punta può però cambiare tutto: «Se la Juve giocherà con tre attaccanti, allora la punta centrale manca.

Suarez? Nei giorni scorsi ho scherzato dicendo che lo aspetto a Torino. Ho visto l’ultima partita della Bosnia e anche Dzeko mi ha fatto una bella impression­e. Chiunque arriverà, sarà comunque un grande attaccante: i dirigenti della Juve sanno su chi puntare». Sta con Pirlo anche Giorgio Chiellini, che non vede l’ora di ripartire: «Abbiamo iniziato da poco con lui, la nuova stagione sarà strana e difficile perché abbiamo vissuto un’estate pazza. Come ogni anno partiamo per vincere, siamo molto fiduciosi e abbiamo tanto da dare. A livello personale l’ultimo è stato difficile, era la prima volta che mi capitava un infortunio così grave. Tornare con la Nazionale mi ha dato tanto. Suarez? No comment. Ha parlato ieri Pirlo ed è stato ben chiaro lui», le parole del capitano. Che un assaggio del Pirlo allenatore lo ha già avuto, il resto del mondo dovrà aspettare almeno domenica prossima. E forse sarà qualcosa di nuovo. Il titolo della sua tesi a Coverciano, d’altronde, parla già chiaro: «Il mio calcio».

Marchisio su Pirlo

«Il suo arrivo ha spiazzato tutti, ma è all’altezza dello spogliatoi­o Juve»

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Nelle foto piccole, dall’alto, Mckennie (22), Arthur (24) e Rabiot (25)
Là in mezzo Nelle foto piccole, dall’alto, Mckennie (22), Arthur (24) e Rabiot (25)
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