In mezzo al campo salgono le quotazioni di Mckennie. E Pirlo si aspetta molto pure da Rabiot. Chiellini: «Partiamo per vincere» Nuove gerarchie
Via col gioco delle coppie. Perché è bastato poco a Weston Mckennie per scalare gerarchie. Anche nel cuore dei tifosi bianconeri, forse per quel nome un po’ così, quell’aspetto un po’ così, molto americano e molto poco tedesco. Soprattutto agli ordini di Andrea Pirlo, conquistato dalle sue caratteristiche naturali, di corsa inesauribile e un talento speciale nel recuperare palloni, che poi è ciò che serve alla mediana della Juve. Che si appresta a vivere una stagione particolarmente compressa e complessa, una rotazione continua sarà necessaria anche o soprattutto nel centro nevralgico della squadra, il centrocampo appunto. Con Mckennie che rappresenta il nuovo che avanza, con Adrien Rabiot chiamato a dimostrarsi all’altezza di quell’ingaggio da top player con una continuità di rendimento differente da quella della passata stagione. E ovviamente con Arthur e Rodrigo Bentancur, sulla carta è questa la coppia titolare, ammesso e non concesso che ci possa essere una coppia titolare in questa fase della stagione. Quattro centrocampisti differenti che in maniera diversa devono riuscire a compiere la stessa missione: ridurre al massimo il tempo di recupero del pallone, è questo uno degli imperativi del calcio di Pirlo, indipendentemente da sistemi di gioco, numero di attaccanti o di difensori centrali. Altri reparti, altre richieste, altri giochi delle coppie che con ogni probabilità dovrà gestire il tecnico bianconero, ma che in questo momento aspettano ancora dal mercato di assumere un aspetto definitivo. Pochi margini invece a centrocampo, si lavora per l’addio di Sami Khedira ma il tempo stringe e le casse languono, ulteriori colpi rientrerebbero di diritto alla voce delle sorprese di mercato.
Di sicuro, Pirlo, ieri «laureatosi» a Corverciano pur avendo zero partite ufficiali e un’amichevole alle spalle da allenatore, ha le idee chiare. Ne è convinto anche Claudio Marchisio, che forse in questo contesto si sarebbe pure esaltato: «Il suo arrivo ha spiazzato un po’ tutti. Ha la professionalità e l’esperienza per gestire lo spogliatoio della Juve». Dal nome della punta può però cambiare tutto: «Se la Juve giocherà con tre attaccanti, allora la punta centrale manca.
Suarez? Nei giorni scorsi ho scherzato dicendo che lo aspetto a Torino. Ho visto l’ultima partita della Bosnia e anche Dzeko mi ha fatto una bella impressione. Chiunque arriverà, sarà comunque un grande attaccante: i dirigenti della Juve sanno su chi puntare». Sta con Pirlo anche Giorgio Chiellini, che non vede l’ora di ripartire: «Abbiamo iniziato da poco con lui, la nuova stagione sarà strana e difficile perché abbiamo vissuto un’estate pazza. Come ogni anno partiamo per vincere, siamo molto fiduciosi e abbiamo tanto da dare. A livello personale l’ultimo è stato difficile, era la prima volta che mi capitava un infortunio così grave. Tornare con la Nazionale mi ha dato tanto. Suarez? No comment. Ha parlato ieri Pirlo ed è stato ben chiaro lui», le parole del capitano. Che un assaggio del Pirlo allenatore lo ha già avuto, il resto del mondo dovrà aspettare almeno domenica prossima. E forse sarà qualcosa di nuovo. Il titolo della sua tesi a Coverciano, d’altronde, parla già chiaro: «Il mio calcio».
Marchisio su Pirlo
«Il suo arrivo ha spiazzato tutti, ma è all’altezza dello spogliatoio Juve»