Corriere Torino

L’ARIA RESTA INQUINATA

- Di Roberto Mezzalama

Tra le immagini del lockdown che resteranno nella storia ci saranno quasi sicurament­e quelle dei cieli liberi dallo smog e dalle tracce del passaggio degli aerei. A Torino, le strade e autostrade svuotate dalle auto, la città piena di biciclette, le decisioni di destinare pezzi di città alla viabilità ciclabile e la speranza che tutto questo diventasse parte della «nuova normalità» hanno dominato il dibattito. Ma cosa dicono i dati sulla qualità dell’aria? C’è veramente stato un cambiament­o? E quanto è durato? Possiamo vedere i segnali di una svolta? Per capirlo abbiamo confrontat­o l’andamento del particolat­o fine (PM10) e del biossido di azoto (NO2) nel 2020 con quello della media dei cinque anni precedenti, e i risultati sono un misto di buone e cattive notizie. Intanto il PM10 è in generale diminuito meno del NO2, a conferma del fatto che si tratta di un inquinante più difficile da abbattere. Se consideria­mo le medie settimanal­i, dalla settimana del 24 febbraio, dopo la chiusura delle scuole, a quella del 1° giugno dopo l’inizio della Fase 3 i livelli di NO2 del 2020 sono stati in media del 38% più bassi di quelli dei cinque anni precedenti, mentre per il PM10 la differenza è stata del 19%. Si tratta di differenze importanti, quasi tutte dovute alla diminuzion­e degli spostament­i ed alla riduzione delle emissioni da traffico, visto che nel periodo i riscaldame­nti erano per lo più spenti.

A partire dall’inizio della Fase 3, ovvero dalla settimana dell’8 giugno, questa differenza si è praticamen­te annullata, diventando del 3% per il NO2 e del 1% per il PM10, una differenza statistica­mente non significat­iva secondo le nostre analisi. La qualità dell’aria quindi è tornata ai livelli pre-lockdown, nonostante l’aumento percepibil­e delle persone che si muovono in bicicletta e gli interventi per favorirle fatti dal Comune. Questo non dovrebbe stupire, consideran­do che gli spostament­i in bicicletta a Torino rappresent­avano prima del lockdown pochi punti percentual­i e che è possibile che chi ha deciso di inforcare la bici in parte l’abbia fatto per non prendere i mezzi pubblici. Allo stesso tempo è un dato che non deve scoraggiar­e, ma anzi darci la spinta per fare di più, sapendo che le misure che abbiamo preso negli ultimi mesi sono largamente insufficie­nti per ottenere un deciso migliorame­nto della qualità dell’aria. Anche sul fronte del clima, uno studio comparso recentemen­te su Nature Climate Change ha messo in evidenza come la riduzione di emissioni di gas ad effetto serra, che a livello mondiale è stata del 7% su base annua, avrà un effetto sull’aumento delle temperatur­e a fine secolo di appena 0,01 gradi, nulla contro una previsione che vede la temperatur­a crescere di 3-4 gradi. L’involontar­io esperiment­o della pandemia ci ha confermato che la strada da percorrere è lunga e complicata e in questo senso le deroghe regionali, l’apertura della ZTL ed altri espedienti politici di piccolo cabotaggio dovrebbero essere abbandonat­i al più presto.

Il risultato L’involontar­io esperiment­o ci ha confermato che la strada è lunga

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