L’ARIA RESTA INQUINATA
Tra le immagini del lockdown che resteranno nella storia ci saranno quasi sicuramente quelle dei cieli liberi dallo smog e dalle tracce del passaggio degli aerei. A Torino, le strade e autostrade svuotate dalle auto, la città piena di biciclette, le decisioni di destinare pezzi di città alla viabilità ciclabile e la speranza che tutto questo diventasse parte della «nuova normalità» hanno dominato il dibattito. Ma cosa dicono i dati sulla qualità dell’aria? C’è veramente stato un cambiamento? E quanto è durato? Possiamo vedere i segnali di una svolta? Per capirlo abbiamo confrontato l’andamento del particolato fine (PM10) e del biossido di azoto (NO2) nel 2020 con quello della media dei cinque anni precedenti, e i risultati sono un misto di buone e cattive notizie. Intanto il PM10 è in generale diminuito meno del NO2, a conferma del fatto che si tratta di un inquinante più difficile da abbattere. Se consideriamo le medie settimanali, dalla settimana del 24 febbraio, dopo la chiusura delle scuole, a quella del 1° giugno dopo l’inizio della Fase 3 i livelli di NO2 del 2020 sono stati in media del 38% più bassi di quelli dei cinque anni precedenti, mentre per il PM10 la differenza è stata del 19%. Si tratta di differenze importanti, quasi tutte dovute alla diminuzione degli spostamenti ed alla riduzione delle emissioni da traffico, visto che nel periodo i riscaldamenti erano per lo più spenti.
A partire dall’inizio della Fase 3, ovvero dalla settimana dell’8 giugno, questa differenza si è praticamente annullata, diventando del 3% per il NO2 e del 1% per il PM10, una differenza statisticamente non significativa secondo le nostre analisi. La qualità dell’aria quindi è tornata ai livelli pre-lockdown, nonostante l’aumento percepibile delle persone che si muovono in bicicletta e gli interventi per favorirle fatti dal Comune. Questo non dovrebbe stupire, considerando che gli spostamenti in bicicletta a Torino rappresentavano prima del lockdown pochi punti percentuali e che è possibile che chi ha deciso di inforcare la bici in parte l’abbia fatto per non prendere i mezzi pubblici. Allo stesso tempo è un dato che non deve scoraggiare, ma anzi darci la spinta per fare di più, sapendo che le misure che abbiamo preso negli ultimi mesi sono largamente insufficienti per ottenere un deciso miglioramento della qualità dell’aria. Anche sul fronte del clima, uno studio comparso recentemente su Nature Climate Change ha messo in evidenza come la riduzione di emissioni di gas ad effetto serra, che a livello mondiale è stata del 7% su base annua, avrà un effetto sull’aumento delle temperature a fine secolo di appena 0,01 gradi, nulla contro una previsione che vede la temperatura crescere di 3-4 gradi. L’involontario esperimento della pandemia ci ha confermato che la strada da percorrere è lunga e complicata e in questo senso le deroghe regionali, l’apertura della ZTL ed altri espedienti politici di piccolo cabotaggio dovrebbero essere abbandonati al più presto.
Il risultato L’involontario esperimento ci ha confermato che la strada è lunga