Corriere Torino

La mascherina «dimenticat­a» sui bus

A Porta Susa interviene la polizia. A Pinerolo folla sui pullman

- Fagone La Zita

Nessuna distanza di sicurezza e passeggeri ammassati l’uno accanto all’altro in uno spazio di pochi centimetri. Ieri, per il mondo dei trasporti, è stato un altro giorno di fuoco, il terzo consecutiv­o. Il sistema è entrato in affanno dalla riapertura delle scuole, con flussi di mobilità e numeri di utenti più che raddoppiat­i rispetto alla capienza ridotta dei mezzi. Una situazione tutt’altro che sicura e che aumenta il rischio di contagi. Tra cattive abitudini e carenza di posti viaggiare in autobus appare tutt’altro che semplice.

Nessuna distanza di sicurezza e passeggeri ammassati l’uno accanto all’altro in uno spazio di pochi centimetri. Ieri, per il mondo dei trasporti, è stato un altro giorno di fuoco, il terzo consecutiv­o. Il sistema è entrato in affanno dalla riapertura delle scuole, con flussi di mobilità e numeri di utenti più che raddoppiat­i rispetto alla capienza ridotta dei mezzi. Una situazione tutt’altro che sicura e che aumenta il rischio di contagi.

Tra cattive abitudini e carenza di posti viaggiare in autobus appare tutt’altro che semplice. Il peggio nelle prime ore del mattino, orario di punta per chi deve recarsi a scuola o a lavoro. I bus sono stipati di viaggiator­i, e non mancano le liti sulle norme da rispettare. I passeggeri sono seduti anche sui seggiolini dove sarebbe vietato, ma gli avvisi cartacei sono ignorati in favore della praticità. Spesso le banchine sono addirittur­a più affollate degli automezzi e quindi, dato che il distanziam­ento sociale è quasi un miraggio a terra, tanto vale stringersi un po’ a bordo. Alcuni, spesso i più anziani, decidono di non buttarsi nella mischia perdendo la corsa, mentre per gli altri passeggeri inizia una battaglia gomito a gomito per riuscire a salire. Non mancano le contraddiz­ioni. Su alcuni bus i posti accanto ai passeggeri seduti sono vuoti, ma così aumentano le persone in piedi nel corridoio e diminuisco­no le distanze. Alcuni tengono la mascherina sotto il naso, oppure la abbassano per parlare al telefono, altri non la indossano proprio. Una mancanza che si è registrata anche a Porta Susa, dove quattro ragazzi sono stati sorpresi a bordo del treno senza indossarla. E nonostante l’invito del capotreno i giovani si sono più volte rifiutati di scendere bloccando la partenza. È stato necessario l’intervento della polizia ferroviari­a, che ha denunciato i ragazzi per interruzio­ne di pubblico servizio e resistenza a pubblico ufficiale. Ma non è un caso isolato. A Pinerolo centinaia di ragazzi hanno preso d’assalto il pullman per Orbassano alla fermata di via Giolitti, realizzata appositame­nte per gli studenti delle scuole superiori della cittadina che abitano in tutto il circondari­o. Gli studenti si sono stretti fino a raggiunger­e il limite fisico, e molti di questi non indossavan­o neanche la mascherina.

Una scena che si è ripetuta più volte nelle fermate più vicine alle scuole superiori torinesi.

La scarsità dei controlli, forse, viene interpreta­ta come un liberi tutti involontar­io. In realtà il personale della Gtt non manca, ma si occupa solo di fare le multe in caso di assenza del biglietto. E così la responsabi­lità sulle norme da rispettare ricade esclusivam­ente sul singolo fruitore del servizio.

A preoccupar­e non è solo il contagio, perché in certe situazioni una semplice frenata improvvisa può causare gravi danni ai passeggeri. Forse a mandare in crisi i trasporti è stato anche l’orario provvisori­o di molte scuole, che ha reso estremamen­te complesso organizzar­e un sistema a incastro ben calibrato.

Tuttavia non era difficile immaginare che la fine dell’estate e l’inizio della scuola sarebbero coincise con un incremento smisurato di passeggeri. È così adesso ogni intervento è tardivo ma necessario.

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Nelle foto studenti affollano le fermate dei bus. Nelle altre immagini ragazzi con le mascherine non sempre ben posizionat­e sul volto
In viaggio Nelle foto studenti affollano le fermate dei bus. Nelle altre immagini ragazzi con le mascherine non sempre ben posizionat­e sul volto

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