Riesplode la polemica sulla pillola abortiva Il governatore frena la sindaca s’infuria
Marrone (FDI) torna sul tema del ricovero
Tutti contro la proposta dell’assessore Maurizio Marrone sulla pillola abortiva. E il governatore Alberto Cirio pone un freno: «Servono approfondimenti, il tema è troppo delicato».
L’idea lanciata dall’uomo di Fratelli d’italia, e membro della giunta regionale del Piemonte, è quella di vietare la somministrazione della Ru486 in day hospital e nei consultori, con l’obbligo di ricovero per l’aborto farmacologico, in contrasto alle linee del ministero della Sanità.
Una proposta definita dalla sindaca Chiara Appendino «una manifestazione di ignoranza»: «Non è la prima volta che qualche esponente politico decide di fare la sua becera propaganda sul corpo delle donne, entrando a gamba tesa sui temi dell’interruzione volontaria di gravidanza e delle sue modalità. Vorrei evitare di dargli visibilità se non fosse che simili posizioni hanno distrutto l’esistenza di migliaia di famiglie e di donne. Quindi lo dico in maniera molto chiara: sull’aborto, il diritto di scelta non si tocca. Fermo restando che quanto dichiarato sino ad ora dimostra una totale ignoranza tecnica sul tema — conclude — ci batteremo in ogni sede affinché la tutela delle donne e il loro diritto all’autodeterminazione vengano rispettati».
Marrone dal canto suo non batte ciglio, e risponde con una sequela di dati: «Quante banalità retoriche senza contenuto. Forse sei tu a ignorare che nel parere del Consiglio Superiore di Sanità secondo dati Istat nel 3,5 per cento dei casi sono state riportate complicanze immediate, mentre nel 2,4 per cento dei casi è stato necessario ricorrere ad isterosuzione o alla revisione della cavità uterina per terminare l’intervento di interruzione volontaria».
Peccato che ad andargli contro, volontariamente o meno, sia anche l’alleato e leader della Lega Matteo Salvini: «Lasciamo che siano le donne a decidere della propria vita e del proprio futuro» ha detto l’ex ministro dell’interno a Venaria dove è arrivato ieri pomeriggio per la campagna elettorale.
E nemmeno il governatore Cirio si è mostrato particolarmente propositivo: «Sul tema che ha posto l’assessore Marrone — ha dichiarato — è in corso un approfondimento dentro la maggioranza per verificare da una parte le sensibilità individuali, essendo un tema che valica le posizioni politiche e tocca le opinioni personali, e dall’altra gli
giuridici sulla compatibilità delle linee guida nazionali con l’impianto normativo vigente». Acqua sul fuoco di una polemica che ha fatto scendere in campo diversi esponenti del mondo politico e istituzionale.
A chiamare il presidente per esprimere la propria perplessità il ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia, che si è detto preoccupato e ha cercato di comprendere quanto il provvedimento fosse all’ordine del giorno. A Boccia ha risposto l’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi, piuttosto imbarazzato: «Non è ancora approdato sul tavolo della giunta, né è stato oggetto di valutazione etiche da parte di Marrone, che attende di conoscere il quadro completo degli approfondimenti legali in corso».
Di certo, l’opinione pubblica non è contenta. Per il «padre» della Ru486 Silvio Viale «si tratta di un bluff», Sarah Disabato del Movimento Cinque Stelle chiede di «smettere di fare propaganda sulla pelle delle donne», Marco Grimaldi di Luv definisce Marrone un «mitomane in cerca di visibilità». E la polemica va in soffitta. Almeno per ora.
❞ Manifestazione di ignoranza Non è la prima volta che qualche politico decide di fare la sua becera propaganda sul corpo delle donne Chiara Appendino