Corriere Torino

«Noi in isolamento, ma vogliamo votare lo stesso»

Appello al prefetto e alla sindaca dell’ex assessora Ilda Curti (Pd): «È un nostro diritto»

- Floriana Rullo

«Io e mia figlia siamo in isolamento fiduciario e non ci viene permesso domenica di votare al nostro domiclio». E’ una lunga lettera quella che Ilda Curti, militante del Pd ed ex assessore alle Politiche per l’integrazio­ne, Rigenerazi­one urbana e Arredo urbano nella seconda Giunta Chiamparin­o, ha indirizzat­o a Claudio Palomba, Prefetto di Torino e al sindaco Chiara Appendino.

«Voglio che il diritto di voto venga garantito non solo a me e a mia figlia ma anche a tutti coloro che sono nella nostra stessa situazione». Ilda e la figlia, entrambe residenti a Torino e quindi presenti nelle liste elettorali della città, sono in isolamento fiduciario fino al 24 settembre.

«Hanno riscontrat­o alcuni sintomi riconducib­ili al Covid

su mia figlia – racconta ancora Ilda -. Era la scorsa settimana. Per questo abbiamo contattato il nostro medico di base che, come impone la procedura, ha segnalato i nostri due nominativi. Erano le 19 di venerdì scorso». Da quella data Ilda e la figlia non sono più uscite di casa e sono rimaste in attesa di essere ricontatta­te dal Sisp, il servizio Igiene e Sanità Pubblica dell’asl Città di Torino. «Quando ho saputo di dover stare a casa ho chiamato il centralino emergenza Covid-19 della Regione Piemonte per chiedere quale procedura servisse per ricevere i certificat­i necessari e poter votare al domicilio, proprio come da indicazion­i dell’ufficio elettorale della Città di Torino. Mi hanno indicato l’indirizzo mail a cui fare richiesta e io ho mandato la lettera con i dati miei e di mia figlia. Nessuno però mi ha risposto». Senza data per il tampone e senza replica dal Comune Ilda decide di chiamare anche il numero Emergenza-covid dell’ufficio elettorale torinese. «E’ stato in quel momento che ho scoperto che la procedura per attivare il voto a domicilio era scaduta il 15 settembre e quindi non avremmo potuto richiederl­a – afferma ancora Ilda

Curti -.Ritengo che le disposizio­ni date all’ufficio Elettorale violino un nostro diritto costituzio­nale e ci impediscon­o di esercitarl­o. Una situazione che credo possa essere riscontrat­a per molti altri nella nostra situazione, che magari non sono sempre in grado di far valere le proprie ragioni. Come è evidente, non è possibile programmar­e in anticipo il periodo di isolamento fiduciario per l’emergenza Covid e ritengo quindi che le disposizio­ni siano lesive delle nostre prerogativ­e di cittadine». Ilda e la figlia non vogliono ovviamente rinunciare al voto di domenica. «Io e mia figlia intendiamo esercitare la responsabi­lità del voto - conclude-, ma siamo impossibil­itate a recarci ai seggi elettorali in quanto non possiamo violare il suddetto isolamento. Vogliamo che qualcuno ci permetta di votare. Anche a casa».

La richiesta «Ho mandato la lettera con i dati miei e di mia figlia. Ma nessuno mi ha risposto»

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Ilda Curti, militante del Pd ed ex assessora comunale

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