«Un piano pubblico-privato per la sfida dell’automobile»
Gorlier (Fca) sprona la platea di Vtm. Marsiaj: la filiera faccia un salto di qualità
«Serve un piano comune, frutto di un lavoro congiunto tra pubblico e privato» per affrontare le sfide del settore auto, usando anche le opportunità offerte dal Recovery Fund». Pietro Gorlier, responsabile Emea di Fiat Chrysler, sceglie la platea dei costruttori d’auto riuniti al Teatro Regio in occasione di Vtm per chiamare all’azione. Parole che arrivano il giorno dopo l’annuncio della scelta di diminuire i dividendi agli azionisti della futura Stellantis. La due giorni dedicata alle quattro ruote è stata organizzata da Abe advanced business event, con Regione Piemonte, Camera di commercio di Torino, Camera di commercio di Cuneo e la collaborazione di Ceipiemonte.
«Bisogna sostenere gli investimenti — ha spiegato Gorlier — e con la pandemia ora ci sono le risorse che possono essere dedicate a progetti» come quello per dotare l’italia delle 170 mila colonnine di ricarica necessarie per far fronte nei prossimi anni alla diffusione delle vetture elettriche e ibride. «Il settore auto stava già affrontando molte sfide, ma la pandemia ha accelerato il cambiamento. Se non affrontiamo queste sfide con un piano unico — ha proseguito il manager — sarà un problema, non solo per noi produttori e per i fornitori ma per la società tutta. Il costo medio di una vettura elettrica è di 11mila euro superiore a quello di un veicolo con motore a combustione e anche se questo numero si ridurrà nei prossimi anni, non arriverà mai al livello di prezzo dei veicoli con motori a combustione».
Accorato e molto condivisibile il discorso del numero uno dell’unione Industriale, Giorgio Marsiaj, che con la sua Sabelt l’automotive lo tocca da vicinissimo. A spaventare la filiera infatti è la mossa che prevede, al posto di parte delle cedole, la distribuzione