Corriere Torino

Dalla Terra a Musk (e ritorno)

Marco Villa, da Elon Musk a Torino

- di Andrea Rinaldi

«Mi trovo bene in acqua e in aria, sulla terra sono goffo». Cosa vuoi pretendere allora da un ingegnere aerospazia­le con la passione per la guida di aeroplani e il paracaduti­smo? Marco Villa è uno «che non si accontenta». All’azienda quotata ha sempre preferito quella in fase di decollo. Di startup in startup è finito sulla poltrona di ceo di Tyvak Internatio­nal. Nel mezzo un pit stop alla destra di Elon Musk, il visionario imprendito­re a capo di Tesla e Spacex.

«Mi trovo bene in acqua e in aria, sulla terra sono goffo». Cosa vuoi pretendere allora da un ingegnere aerospazia­le con la passione per la guida di aeroplani e il paracaduti­smo? Da uno così come minimo ti aspetteres­ti la conquista della stratosfer­a. E infatti. Marco Villa è uno «che non si accontenta». All’azienda quotata ha sempre preferito quella in fase di decollo. Di startup in startup è finito sulla poltrona di ceo di Tyvak Internatio­nal, che, con sede a Torino, è la prima realtà internazio­nale del gruppo statuniten­se Terran Orbital Corporatio­n e leader nella realizzazi­one di nanosatell­iti. Nel mezzo un pit stop alla destra di Elon Musk, il visionario imprendito­re a capo di Tesla e Spacex. Proprio ieri l’agenzia spaziale europea ha annunciato di avere assegnato alla società tedesca Ohb il contratto

❞ Vista la mia esperienza con gli aeroplani mi domandano se voglio essere responsabi­le della missione

Tutto deve funzionare bene e se fallisci, fallo nel modo più veloce e catastrofi­co così da rialzarti in fretta

da 129,4 milioni di euro che copre il progetto Hera, la prima missione per la difesa planetaria. Tyvak Internatio­nal sarà alla guida di un consorzio di enti italiani, tra cui Politecnic­o di Torino, Altec: la società lancerà in orbita un nanosatell­ite che visiterà il sistema binario di asteroidi «Didymos».

Partita quattro anni fa da zero, Tyvak Internatio­nal era solo un’idea nella mente di Villa, ex studente dell’ateneo di corso Duca e oggi, a 45 anni, cervello in semi-rientro. «Volevo andare avanti rispetto allo status quo, mi sono imbattuto in alcuni ragazzi tra Torino e La Sapienza e abbiamo iniziato a sviluppare la tecnologia: oggi siamo una delle più importanti realtà europee nella costruzion­e di sonde, dal disegno di missione al lancio». Tyvak Internatio­nal, incubata in I3P, conta 25 persone, 4 satelliti in orbita e una lunga filiera made in Italy.

Dopo la laurea Villa si sposta all’università del Kansas, «con buoni titoli avrei potuto tornare e far meglio carriera», ma in

Usa ci rimane: un dottorato, un master in ingegneria del management, «sky is the limit», i piedi però sono piantati a terra. Tra tutti i big dell’aerospace sceglie Swales: contratti con Nasa, Air Force e «un po’ di progetti pazzerelli». Uno di questi è lo Spacex di Elon Musk. È il 2006, «tutti lo prendevano in giro, invece io vi vedevo una realtà diversa, siamo stati loro clienti e andavo spesso sull’isola tra le Hawaii e Guam dove effettuava­no i lanci-. Era nato un rapporto tale che uno dei fondatori, un giorno sulla barca, mi chiese di andare a lavorare per loro». Spacex è in perdita, il lancio del Falcon 1 è stato un fallimento, ma poi arrivò il primo contratto con Pasadena per lo sviluppo della capsula Dragon: «Vista la mia esperienza con gli aeroplani mi domandano se voglio essere responsabi­le della missione. I sette anni successivi li ho fatti come direttore di missione, seguivo gli allenament­i degli astronauti, il lancio, trovavo l’imbarcazio­ne per il rientro». Musk è sempre presente, le riunioni due volte alla settimana. «Tuttora abbiamo scambi — dice Villa —. È di una intelligen­za mai vista prima, una prontezza unica. Non voleva solo conoscere — era estremamen­te curioso — ma imparare, mi spiazzava. E poi mi ha spinto a fare sempre meglio: non esisteva arrivare in riunione senza risposte». Per non parlare della visione: «Tutto quello che ha detto si è realizzato, è uno che pianifica per i prossimi 30 anni ed esegue nei prossimi 30 minuti».

C’è una foto che Villa porta ancora dentro di sé, è l’immagine di dieci persone al centro di controllo california­no durante il lancio del quarto razzo di Spacex. «In quel periodo Tesla sembrava finita, Spacex stava rischiando il fallimento, c’era una tensione inimmagina­bile eppure Musk seguiva tutto con una calma olimpionic­a e si assicurava che fossimo tutti pronti. Quando il razzo arrivò in orbita esplose di gioia».

Di nuovo arriva il solletico del cambiament­o, via in groppa a un’altra sfida e Villa va a trovare 4 ex professori universita­ri che a Irvine stanno fondando Tyvak. «Mai accontenta­rsi, mai pensare che non ci sia una soluzione e mai aver paura di fallire: tutto deve funzionare bene, se fallisci, fallo nel modo più veloce e catastrofi­co così da rialzarti in fretta». Come il suo vecchio capo Elon.

L’ex capo Elon «È uno che pianifica per i prossimi 30 anni ed esegue nei prossimi 30 minuti»

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Esplorazio­ne Una veduta della terra dal laboratori­o volante Opssat, scattata il 16 agosto . (ph: Esa); sopra Elon Musk, 49 anni, fondatore e ceo di Space Exploratio­n Technologi­es Corporatio­n, co-fondatore e ceo di Tesla
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Fondatore Marco Villa, 45 anni,ceo di Tyvak Internatio­nal

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