Un nuovo consorzio contro i tecno-rifiuti
Erion è un sistema multiconsortile che raccoglie e avvia al riciclo batterie, elettrodomestici e imballaggi. È il risultato della fusione di Ecodom e Remedia, che gestiscono 15 mila tonnellate in Piemonte Conou si occupa dell’olio
Anche l’economia verde produce scarti pericolosi che vanno raccolti per evitare pericolose dispersioni nell’ambiente, gestiti nel modo giusto e avviati a riciclo. Perché la corsa della mobilità green abbatte la Co2 ma allarga il cestino dei rifiuti elettronici.
E lo smart working riduce il traffico su strada ma aumenta il consumo di dispositivi per persona: stampanti, scanner, Pc. Per arginare l’inquinamento dei rifiuti della rivoluzione elettrica e di quella digitale, nasce Erion un sistema multi-consortile che raccoglie e avvia al riciclo batterie elettriche, pile, elettrodomestici e imballaggi.
La nuova realtà è il risultato della fusione di Ecodom e Remedia, i due soggetti che in Italia gestiscono ogni anno circa 300 mila tonnellate (15 mila solo in Piemonte) di Raee, sigla usata per questo tipo particolare di scarti. « I rifiuti elettronici continuano a crescere e spesso sfuggono al controllo della filiera» spiega Andrea Fluttero ex sindaco di Chivasso, consigliere regionale in Piemonte e oggi presidente di Erion. «Basti pensare che il nostro consorzio, tra i più efficienti d’europa, raccoglie il 40% dei rifiuti elettronici e solo 10% di quelli professionali. Insomma c’è molto da fare. L’ unione dei consorzi ci consentirà di fare massa critica e dare slancio al recupero dei Raee». Erion opererà attraverso quattro braccia operative: Erion WEEE, che si occuperà della gestione dei Raee domestici;
Erion Professional dedicato esclusivamente ai Raee professionali; Erion Energy, specializzato nei rifiuti di pile e accumulatori, inclusi le batterie delle vetture ibride ed elettriche;
Erionpackaging focalizzato nei rifiuti di imballaggi. «La specializzazione —spiega Fluttero — si rende necessaria per offrire ai produttori un servizio sempre più attento e professionale. Soprattutto per offrire risposte a quelle filiere in grande sviluppo come quella della mobilità elettrica». Il riciclo di batterie esauste, di auto, motorini e monopattini, è ancora molto complicato. I car maker assicurano almeno 8 anni di vita alle batterie delle vetture. Ma poi che succede? Trattare cobalto nickel e manganesio, contenuti nelle batterie al litio, è un processo lungo, costoso e molto inquinante. In Europa ci sono pochissimi impianti, perlopiù in
Olanda, che utilizzano la pirolisi per il riciclo della “black mass” delle batterie. «Erion Energy nasce proprio con questo obiettivo — continua Fluttero —. Vogliamo contribuire allo sviluppo di una filiera del riciclo di cui presto avremmo un gran bisogno».
Per i cittadini, le regole non cambiano. I rifiuti elettronici si conferiscono nelle isole ecologiche o nei centri della grande distribuzione elettronica quando si acquista un nuovo prodotto.
«Il nostro obiettivo è informare sempre di più cittadini e imprese. Per riuscirci lanceremo anche un magazine online economiacircolare.it. La filiera del riciclo è uno dei pilastri dell’economia verde a cui il sistema paese guarda per il rilancio», conclude il presidente di Erion. Non solo l’elettronica. Il Piemonte ad esempio, stima il consorzio Conou, ha accolto 15.274 tonnellate di olio minerale usato (circa l’8% del totale nazionale), tutte destinate alla rigenerazione, con un conseguente e significativo risparmio sulle importazioni di petrolio del Paese e sulle emissioni di Co2.