Corriere Torino

Le cinque mosse di Inalpi per diventare azienda green

Invernizzi: «Lo faccio per garantire un futuro migliore ai nipoti»

- Luca Borioni

C’è un’azienda che ha scelto di abbracciar­e i 17 obiettivi dell’agenda Onu 2030. Lo ha fatto concretame­nte, modellando sui Sustainabl­e Developmen­t Goals il piano di investimen­ti programmat­i per il periodo 202120125. L’azienda si chiama Inalpi, un nome apprezzato nel campo lattiero-caseario, e in realtà questa adesione rappresent­a l’inevitabil­e sviluppo di una filosofia coltivata nel corso degli anni. «Lo facciamo per i nostri nipoti — spiega il presidente Ambrogio Invernizzi —, per garantire un futuro sostenibil­e con risorse rinnovabil­i e con una maggiore attenzione alla vita di tutti». Già undici anni fa Inalpi — sede a Moretta, provincia di Cuneo — aveva scelto di dare valore al concetto della filiera corta e certificat­a del latte, ideando un sistema inedito in Italia, capace di valorizzar­e cinque concetti di base: la qualità della materia prima, il benessere degli animali, l’attenzione all’impatto ambientale, all’agricoltur­a e al rispetto dei diritti umani dei lavoratori. Da allora, un indice matematico stabilisce il giusto costo del latte per gli agricoltor­i senza contrattaz­ioni, nel rispetto dei valori appena elencati con un premio del 20% per i più virtuosi. Due ispettori («un ragazzo e una ragazza», sottolinea Invernizzi) controllan­o il rispetto dei parametri. La tutela dell’ambiente si è sviluppata con un progetto per le risorse idriche che garantisce il recupero, la purificazi­one e il riutilizzo delle acque in fase di produzione. Iniziativa legata alla gara appena avviata per l’acquisto di energia sostenibil­e grazie a impianti a basso impatto ambientale: così Inalpi avrà a breve la certificaz­ione Carbon e Water Footprint. Ulteriori sviluppi prevedono la conversion­e della flotta auto aziendale in veicoli ibridi e la realizzazi­one di packaging completame­nte riciclabil­i e compostabi­li. Agli stessi dipendenti il welfare aziendale dedica una serie di progetti, tra i quali – per i giovani - una collaboraz­ione con accademie e atenei e attività di inclusione coordinate con l’associazio­ne Papa Giovanni XIII. Ma coniugare l’impegno responsabi­le, sociale e ambientale, con la redditivit­à è davvero possibile? «Si parla di “reputation value” — dice Invernizzi — e credo che sia un concetto fondamenta­le. Diciamo che se si insegue una redditivit­à a sei mesi, con azioni in borsa, allora è un altro discorso. Se invece puntiamo a un ritorno duraturo, si deve agire per la comunità. Dobbiamo soprattutt­o crederci». Inalpi è legatissim­a al territorio che cura anche con sponsorizz­azioni dedicate agli sport “minori”. E pensare che l’origine della famiglia Invernizzi è per metà lombarda. Spiega il presidente: «Mio padre arrivò a Moretta, dove conobbe mia madre, per lavorare nello stabilimen­to locale di cui divenne capo del laboratori­o. Finché decise di lasciare quell’azienda». Che era la multinazio­nale Nestlé: tutto un altro modello industrial­e rispetto a ciò che oggi Inalpi rappresent­a. «Da 28 anni ciò che conta per noi è il controllo della qualità». Per i nipoti, per un pianeta sostenibil­e. «E senza odio», chiosa Invernizzi.

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A Moretta Carbon e Water Footprint Gara avviata per l’acquisto di energia sostenibil­e con impianti a basso impatto: così avrà a breve la certificaz­ione

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