Corriere Torino

L’ex assessora Ilda Curti: in attesa del test provo a votare

- F. Rul.

«Io e mia figlia possiamo votare. Almeno sulla carta. Nella realtà dobbiamo consegnare un certificat­o rilasciato dal Sisp, il Servizio di Igiene e Sanità Pubblica dell’asl Città della Salute di Torino che va allegato alla domanda da depositare al servizio elettorale del Comune e serve per richiedere il servizio di voto a domicilio. Un certificat­o che però non ci può essere fatto visto che il Sisp può rilasciarl­o solo se si è certi di essere positivi al Covid». È una situazione kafkiana quella che da qualche giorno Ilda Curti, militante del Pd ed ex assessora comunale alle Politiche per l’integrazio­ne, Rigenerazi­one urbana e Arredo urbano nella seconda Giunta Chiamparin­o, e la figlia stanno vivendo. Dal venerdì scorso le due donne si trovano in isolamento fiduciario a casa dopo che il medico di famiglia ha riscontrat­o alcuni sintomi sospetti nella ragazza. Insieme però non vogliono rinunciare al diritto di voto. Per questo hanno chiesto di poterlo esercitare a domicilio. «Dopo la lettera spedita al prefetto Claudio Palomba e al sindaco di Torino Chiara Appendino si sono tutti dimostrati pronti ad aiutarci — racconta Ilda Curti —. Ieri mattina tutti mi hanno chiamata nel tentativo di trovare una soluzione. È bastato poco per capire che la casistica dell’isolamento non viene contemplat­a. Quindi chi è in attesa dell’esito del tampone per caso sospetto di Coronaviru­s si trova in un limbo. Non può votare perché non può dire di essere positivo visto che non ne ha la certezza. Ma non può nemmeno uscire di casa per recarsi ai seggi perché potrebbe esserlo e quindi potrebbe essere un pericolo per gli altri». Una situazione paradossal­e in cui si trovano almeno altri 2mila torinesi. «Abbiamo fatto il tampone ieri — spiega l’ex assessora —. L’esito lo avrò domenica. Ma a quel punto non avrò più tempo di fare il certificat­o. Ma voglio votare. Ho deciso di avviare in ogni caso la domanda, anche senza certificat­o. Spero che questa situazione si risolva non voglio rinunciare ad un mio diritto».

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