Arrestata Lauriola, portavoce dei No Tav Ex terrorista ai domiciliari Tensioni con la polizia in assetto antisommossa Negate dal tribunale misure alternative alla detenzione
Il momento del contatto tra i militanti no Tav e le forze dell’ordine presenti in assetto antisommossa dell’opposizione alla Torino-lione. Ieri mattina, intorno alle 6, gli agenti della Digos hanno imboccato la stretta via senza uscita che conduce alla piccola palazzina dove abita Dana. Le «vedette» hanno lanciato subito il primo appello su Facebook: «Urgente, le forze dell’ordine stanno arrivando per tradurre in carcere Dana. Per chiunque può: raggiungere al più presto casa sua in Via Pietro Ravetto. Evidentemente hanno avuto paura per la grande solidarietà che stava montando e hanno deciso di effettuare il trasferimento il prima possibile, facciamogliela trovare lunga».
Nello stesso momento i carabinieri di Susa hanno notificato a Mianesi l’ordine di esecuzione di una pena di 5 mesi – da scontare agli arresti domiciliari – per il reato di resistenza aggravata a pubblico ufficiale. La vicenda giudiziaria si riferisce a un assalto al cantiere di Chiomente avvenuto a settembre del 2105, quando una trentina di attivisti, si avvicinarono alle reti lanciando sassi nei pressi del cancello Nord 2.
La tensione è salita e non accenna scemare. Il movimento NO Tav ha condannato la «militarizzazione della Valle», raccontando di «cariche a freddo nei confronti degli abitanti di Bussoleno». Gli investigatori della Digos, invece, sostengono che siano stati gli attivisti, fra i quali sono stati identificati diversi appartenenti al centro sociale Askatasuna, a cercare il contatto con gli agenti. Ieri sera c’è stata la prima risposta del movimento: una lunga fiaccolata di soldarietà e protesta che ha attraversato le strade del paese.
Per la donna si tratta dell’esecuzione di una condanna a due anni di carcere