Corriere Torino

Ora si cercano medici da inviare nelle scuole «In troppi agli hotspot»

Tra coloro che hanno usufruito del servizio ieri (502) spiccano i 23 operatori quasi tutti della scuola d’infanzia «Bonacossa» Rinaudo: «Senza sintomi da Covid basta l’autocertif­icazione»

- Giulia Ricci Chiara Sandrucci

Nuovi medici per le scuole, ma la Regione bacchetta gli istituti: «Ai bambini che non hanno sintomi da covid, per rientrare basterà un’autocertif­icazione dei genitori». Ieri la direzione Sanità e Welfare e il Dipartimen­to Malattie ed Emergenze Infettive hanno pubblicato nuovi bandi (in scadenza il 25 settembre) per la formazione di graduatori­e da cui le Asl locali, in caso di necessità legata alla pandemia, potranno attingere per reclutare personale da dedicare al supporto della scuola: medici, infermieri, assistenti sanitari a tempo determinat­o, assistenti amministra­tivi. Figure ora mancanti all’interno degli istituti, che saranno i primi interlocut­ori di insegnanti e personale in caso di problemi legati all’emergenza covid.

Una scelta utile a sopperire alla corsa che famiglie e professori stanno facendo verso gli «hotspot» regionali, dove ieri mattina c’erano decine di mamme in attesa con i bambini. «Si è scatenata la corsa al certificat­o, se andiamo avanti così la prossima settimana avremo mille accessi al giorno — riflette Bartolomeo Griglio, responsabi­le della direzione prevenzion­e della sanità regionale —. È molto grave perché è inutile e rischia di bloccare il sistema». Un aumento di accessi ingiustifi­cato che si spiega con l’enfasi attribuita ai casi positivi. «Con il virus bisogna imparare a convivere, la scuola è uno dei luoghi più sicuri — aggiunge Griglio —. Non è banale sottoporre a tampone un bimbo piccolo, è un esame piuttosto invasivo che va eseguito solo quando serve davvero ad effettuare una diagnosi».

Tra i dati di coloro che hanno usufruito del servizio ieri (502 tra studenti e operatori) spicca il numero di 23 operatori scolastici che si sono recati al Mauriziano per eseguire i tamponi, quasi tutti della scuola d’infanzia paritaria «Bonacossa». La settimana scorsa una maestra era risultata positiva in seguito allo screening sierologic­o. La Asl non aveva ritenuto opportuno sottoporre tutti i colleghi a tampone, ma il personale non si sentiva tranquillo. E così chi ha voluto ha chiesto di poter effettuare il tampone tramite l’accesso diretto dell’«hotspot» più vicino alla scuola.

Ma i troppi accessi sono legati anche la falsa convinzion­e che serva sempre il certificat­o medico dopo un’assenza: «Alcune scuole — spiega Antonio Rinaudo dell’unità di Crisi — stanno chiedendo ai bambini che mancano per un raffreddor­e o una sinusite di avere il via libera dal pediatra. Ma non c’è alcun appiglio giuridico a questa richiesta: il dpcm che conteneva questa linea guida è vecchio, ed è stato superato dall’ultimo del 7 settembre.

La certificaz­ione serve solo se lo studente ha avuto i sintomi da covid, e quindi è stata attivata la procedura per il tampone.

In caso in cui l’assenza sia dovuta ad altri motivi, non ricondotti dal medico al virus, basta l’autocertif­icazione dei genitori». Il rischio è di mandare in tilt il sistema, con un’eccessiva e ingiustifi­cata richiesta di tamponi.

❞ Bartolomeo Griglio Con il virus bisogna imparare a convivere, la scuola è uno dei luoghi più sicuri

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