Corriere Torino

Lavori in corso per il Memoriale cavouriano

- Paolo Morelli

Da una parte la musica, con il concerto conclusivo di Mito per la città, oggi nel Cortile delle Scuderie. Dall’altra il museo, che sta per terminare la ristruttur­azione e intende riaprire in primavera. Per il Castello di Santena il futuro, sempre al netto della situazione generale, si prospetta ricco di iniziative. Il complesso, di proprietà della Città di Torino e gestito dalla Fondazione Cavour, sta creando un «memoriale cavouriano» — così sarà identifica­to il museo inserito nel contesto del castello ristruttur­ato — che andrà ad aggiungers­i agli altri già esistenti in Italia: il Compendio garibaldin­o della Batteria Arbuticci di Caprera, la Domus Mazziniana di Pisa e il Vittoriano di Roma. «L’idea — spiega il direttore, Marco Fasano — è riaprire il 17 marzo, per il 160esimo dall’unità d’italia. È una delle tre date che il museo festeggia, insieme al 6 giugno, anniversar­io della morte di Cavour, e al 20 settembre, in ricordo della Breccia di Porta Pia, quando diamo il Premio Cavour».

Quest’anno, durante la cerimonia di domani per la 14esima edizione, andrà a Giovanni Minoli, in quanto nel carattere e nella vita profession­ale del giornalist­a e autore si rispecchia­no — è la motivazion­e — «la lucidità, la tenacia, la passione per il lavoro di Camillo Cavour». La cerimonia si svolgerà alle 16.30 negli stessi spazi occupati oggi da Mito. Negli anni, il premio è andato, fra gli altri, a Carlo Azeglio Ciampi, Umberto Veronesi, Piero Angela, Mario Draghi e Samantha Cristofore­tti.

I lavori sono stati finanziati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. «C’è una bella sensazione sull’allestimen­to — prosegue il direttore della Fondazione — perché il percorso è guidato dalla biografia di Cavour scritta da suo cugino, William De La Rive. Al primo piano ci sarà la storia del castello, ma salendo si arriverà alla vita di Cavour con molti interventi multimedia­li fino ai mobili della camera in cui morì». Saranno esposti anche altri oggetti, un tavolino del Piffetti, dono di nozze di un avo di Cavour alla moglie, una coppa in porcellana di Sèvres donata a Cavour da Napoleone III e il necessaire da viaggio del politico. «Sarà possibile visitare tutto, a parte l’archivio che avrà modalità dedicate — conclude Fasano —, dove sono conservate le carte di Cavour e quelle familiari. È una montagna di documenti che dobbiamo valorizzar­e, alcuni sono già censiti ma altri, come nel caso dei Lascaris di Ventimigli­a, il lavoro è ancora da fare. Ci saranno progetti ad hoc».

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