Corriere Torino

«Una sola via: il gioco»

«Con Andrea, la “visione” continua. Giampaolo è una rivoluzion­e? La storia granata non è solo grinta e cattiveria. Penso a Valentino, Meroni, Sala, Pecci, Pulici...» Adani: «Pirlo, nessuna rottura rispetto a Sarri Toro, scelta affascinan­te»

- di Mirko Graziano

«Mi affascina molto la scelta di Giampaolo sulla panchina del Toro, mentre la Juve con Pirlo dimostra di voler dare continuità a un certo tipo di discorso». Lele Adani è oggi uno degli opinionist­i più preparati e apprezzati dal popolo del calcio in generale e dagli addetti ai lavori in particolar­e.

Lele Adani, rischia molto la Juve con Pirlo in panchina?

«Ripeto, la “visione” continua. Questa scelta non è una rottura nei confronti dell’esperienza di Sarri, è un tentativo di completare il percorso. Dietro l’ingaggio di Pirlo c’è un’idea precisa, una visione appunto. Si tratta sicurament­e di una sfida audace, ma si va avanti in quel senso».

Dunque, sta con Agnelli.

«Sicuro, è una sfida per grandi menti, e Agnelli è l’uomo giusto, più adatto per certe cose. La Juve vuole recuperare il gap a livello di gioco con il calcio europeo, e in campo internazio­nale

vince chi propone, chi gioca a calcio, chi fa la partita».

Dzeko o Suarez?

«Adoro Suarez, ma credo che Dzeko sia perfetto per esaltare le doti degli attaccanti già in rosa. Edin vive in proprio, fa reparto e gol, ma allo stesso tempo sa adattarsi a chi gli gira attorno. È unico, un regista avanzato. Garantisce ancora 50 gare a stagione di alto livello. E alla Juve giocherebb­e con maggiore leggerezza: nella Roma è sempre stato anche un parafulmin­e, a Torino potrebbe pensare anche a divertirsi di più con tanti campioni in squadra».

E là dietro Pirlo sembra aver recuperato il miglior Chiellini.

«Se avessi la possibilit­à di portare il più forte difensore nella mia teorica squadra, i primi che andrei a cercare sarebbero per esempio i vari Koulibaly, Van Dijk, Sergio Ramos e Varane.

Giorgione non rientrereb­be nelle prime 4-5 scelte. Questo sulla carta però, perché il capitano della Juve ha la capacità di salire di livello, di diventare il numero uno con l’anima, l’atteggiame­nto, il carisma. Nelle prestazion­i non lo supera nessuno. Contagia tutti con il suo atteggiame­nto, si fa fatica a trovare uno che rende più di lui quando i giochi si fanno seri».

Capitolo Toro: che segnale è la conferma di Belotti e Sirigu?

«Rappresent­ano le fondamenta del Toro, sono le radici. E anche quando hai deciso di rivoluzion­are concetto e filosofia del tuo calcio, hai bisogno di fondamenta solide».

Con Giampaolo cambia in effetti molto.

«Mi affascina la scelta di Cairo. E non sono d’accordo con chi parla di rivoluzion­e rispetto alla storia granata. Foga, cattiveria, lotta e passione per la maglia rappresent­ano solo una parte della tradizione di questo club».

Cioé?

«Il Toro è stato tanto altro negli anni. Non vado indietro fino a Valentino Mazzola e a quella magnifica squadra, mi basta ricordare giocatori come Meroni, Zaccarelli, Claudio Sala, Pecci, Dossena, Lentini e tanti altri. Senza dimenticar­e Graziani e Pulici, attaccanti che sarebbero modernissi­mi anche oggi. Insomma, il Toro è stato sì un simbolo di carattere e fierezza, ma allo stesso tempo ha prodotto talento, gioco e bellezza».

Dunque, con Giampaolo...

«Il Toro deve ritrovare qualità nel gioco. Milan a parte - avventura finita male non certo per colpe esclusivam­ente del tecnico -, Marco ha sempre ottenuto risultati importanti attraverso il gioco. Dal suo Empoli sono usciti Paredes e Zielinski, nella Samp ha costruito Torreira e completato Bruno Fernandes. Ama i piedi buoni e pensa in grande».

Il popolo granata, fra le altre cose, sogna derby più equilibrat­i.

«La Juve è una grandissim­a squadra, non puoi allora pensare di crearle problemi stando lì, ad aspettare un episodio. Hanno troppa qualità. L’atalanta ha aperto una strada: è solo col gioco, l’organizzaz­ione e l’intensità che puoi pensare di far male ai campioni. Se attacchi e inventi qualcosa, puoi cambiare la storia. Se non giochi, perdi di sicuro contro certi avversari. In questo senso, Giampaolo è una garanzia per il Toro».

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Il derby d’andata quest’anno si giocherà in casa della Juventus, decima giornata, a inizio dicembre. La gara di ritorno, allo stadio Olimpicogr­ande Torino, èin programma invece a inizio aprile
La «Partita» Il derby d’andata quest’anno si giocherà in casa della Juventus, decima giornata, a inizio dicembre. La gara di ritorno, allo stadio Olimpicogr­ande Torino, èin programma invece a inizio aprile

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