Corriere Torino

«Seduta sulla poltrona di nonna, ora sogno un romanzo» Mi sento piemontese fino all’osso, la mia casa e i piatti preferiti sono qui ad Alessandri­a

Nel nuovo libro, Benedetta Parodi parla del suo rapporto col Piemonte

- Francesca Angeleri

Era della nonna Carla la poltrona che dà il titolo al nuovo libro di Benedetta Parodi, Una poltrona in cucina in cui, per la prima volta, parla del suo vissuto. Sono undici racconti che narrano le tappe fondamenta­li della sua vita, dai nonni al periodo negli Usa, dal primo bacio alla maternità. Non mancano le ricette, più di cento, le fotografie e i tanti ricordi che la legano al suo amatissimo Piemonte. È un periodo d’oro per Benedetta, che è in onda su Real Time con

Bake Off Italia-dolci in forno e che da pochi giorni è ritornata su La7 con il nuovo format culinario

Senti chi mangia. Lunedì inizierà il suo primo programma radiofonic­o su Capital che la vedrà alternarsi con Daria Bignardi e Selvaggia Lucarelli.

È all’apice del successo. Si sente mai sovrastata da tanta attenzione?

«Non sono mai ansiosa, vivo le cose con leggerezza. Magari mi preoccupo, ma appena scatta l’alchimia con ciò che sto facendo inizio a divertirmi. Sono molto fortunata, perché ho fatto di quello che era un hobby la mia profession­e ed è un grande privilegio. Undici anni fa, quando nacque mio figlio Diego, iniziai a cucinare in tv e quella era la mia più grande passione, quasi un’ossessione».

Oggi cucina meno.

«I tutorial di ricette si sono spostati sui social. Cucino più su Instagram che in tv. In Senti chi mangia mi sono però tenuta uno spazio per fare un piatto. È un programma divertente

perché non ci sono degli appassiona­ti di cibo ma gente a cui proprio non interessa nulla. In questi anni la si è presa troppo alta con la cucina, è giusto ironizzarc­i su».

Nella sua cucina c’è ancora la poltrona di nonna Carla?

«Sì. Quando Diego si alza la mattina, prima della colazione si accoccola lì. Nonna Carla era di Alba, è da lì che arriva mia mamma, mentre mio papà era di Alessandri­a. È stata lei la mia maestra. È mancata quando facevo il liceo e gli ultimi tempi andavo a casa sua e le preparavo qualcosa di buono, come lei aveva fatto per me. È la torta di mele il fulcro del racconto a lei dedicato. La ricetta andò perduta ma, come per magia, la ritrovai in un vecchio volume il giorno in cui andammo a sistemare la casa».

C’è molta Alessandri­a nel libro. Quanto contano le radici?

«Io mi sento piemontese fino all’osso. Torno spesso perché è lì che sono i miei amici più cari, il mio vero mondo, la mia casa. Mi piace rispolvera­re anche qualche frase in dialetto. Ho avuto un’infanzia molto felice e sono fiera di aver persino trasformat­o un po’ mio marito Fabio (Caressa, ndr )inun mezzo piemontese, lui che è un romano doc. Spesso viene ad Alessandri­a da solo, perché ha trovato tanti amici. Quando torniamo per il week end lui ha una sua vita propria. Gli ho trasmesso l’amore per la provincia».

Quali sono le cose che ama di più?

«La Casa del Moro: è una cascina di campagna nei dintorni di Ovada dove passiamo del tempo tutti quanti insieme. Siamo tanti: tre fratelli con tre figli a testa. Era il tempio di mio padre, ogni angolo parla di lui. Amo moltissimo il Monferrato. I miei piatti preferiti sono quelli che arrivano da lì: gli antipasti, i peperoni con la bagna caoda, la carne cruda, l’insalata russa, gli agnolotti. Ho insegnato ai miei figli a mangiare così. Ma la mia ricetta del cuore sono gli gnocchi, c’è un racconto che si chiama

Gli gnocchi della Zizzi, che era la vecchia tata di papà e che visse sempre con i miei nonni. Li preparava alla bava, meraviglio­si».

In questo libro lei scrive davvero.

«Lo dedico al mio editore Luigi Spagnol, che ci ha lasciato da poco. Mi ha sostenuto molto in questa idea, mi diceva che era la strada giusta. Nel mio futuro mi piacerebbe davvero scrivere narrativa. Magari in Monferrato, con il caminetto accesso e un bicchiere di vino».

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In cucina Benedetta Parodi conduce Senti chi mangia
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