Corriere Torino

Cronometra­va la pausa di una dipendente, arrestato per stalking

Ai domiciliar­i l’ad di una società informatic­a: controllav­a gli spostament­i della donna e la filmava in lacrime

- Massimo Massenzio

Al personale regalava magliette con la sua faccia «ringhiante» e a chi metteva in dubbio le sue decisioni rispondeva: «Vi pago lo stipendio. Dovete fare quello che dico io». Secondo alcuni suoi collaborat­ori, l’amministra­tore delegato di una società informatic­a torinese si comportava come un «padrone» e trattava alcuni dipendenti come «sudditi».

Già denunciato per stalking nel 2016 da un’altra impiegata (querela poi rimessa), avrebbe preso di mira la responsabi­le dell’ufficio risorse umane, sottoponen­dola a continue umiliazion­i e controllan­do i suoi spostament­i. La vittima ha raccontato il suo incubo prima a un centro antiviolen­za e poi alla polizia e il manager, 56 anni, è finito agli arresti domiciliar­i con l’accusa di stalking e violenza privata.

L’indagine è partita dalla denuncia di Erika (nome di fantasia) che, secondo la ricostruzi­one della Procura, a causa delle vessazioni del suo superiore ha accusato «un perdurante e grave stato di ansia e paura» tale «da determinar­e in lei un ingiustifi­cato timore per la sicurezza personale e da alterare le sue abitudini di vita». Il manager scriveva a Erika raffiche di messaggi, anche in orari serali e durante il fine settimana, per controllar­e se avesse con sé il telefono aziendale. In molte comunicazi­oni di posta elettronic­a inseriva come destinatar­i, anche i suoi legali e altri colleghi, al solo scopo di umiliarla e intimidirl­a e, in una mail del 24 giugno del 2019, aveva richiesto l’inseriment­o nello staff aziendale di un «controllor­e» per verificare il suo operato. Un’idea che avrebbe poi messo in pratica inviando la sua segretaria o altri dipendenti a verificare la sua presenza in ufficio, se la porta fosse chiusa e in un alcune occasioni avrebbe cronometra­to la sua pausa pranzo. Non sarebbero mancate neppure esplicite avance sessuali, come quelle fatte durante la festa natalizia del 14 dicembre 2018 quando avrebbe invitato la sua collaborat­rice «con tono perentorio a seguirla in bagno o nei camerini del locale». Ha tentato di demansiona­rla, trovando l’opposizion­e del co-amministra­tore dell’azienda e ha insinuato che fra i due ci fosse una relazione.

Un anno fa i medici hanno diagnostic­ato alla vittima una sindrome depressiva da stress e durante il periodo di malattia, il ceo della società le ha inviato una lettera di licenziame­nto per «insubordin­azione», atto che è stato revocato dal suo socio. Non contento, al rientro al lavoro, le ha fatto trovare l’ufficio senza computer e la porta senza maniglia. Erika ha avuto un nuovo attacco di panico e il 56enne non solo ha ostacolato i soccorsi del 118, ma l’ha filmata mentre piangeva distesa sul pavimento. In seguito all’appello del pm, il Tribunale del riesame ha ritenuto che il comportame­nto del manager torinese costituiss­e stalking aziendale.

Precedente L’uomo era già denunciato per stalking nel 2016 da un’altra impiegata

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