Corriere Torino

L’incanto di un tramonto tra giardini zen e disinfetta­nte

- di Gianni Farinetti

Caro Direttore, qui la sua Annina, la studentess­a del Liceo Artistico di Alba (sì, la nonna mi iscritta lì). Settimana convulsa perché abbiamo provato ad andare a scuola tra mille complicazi­oni e poi adesso siamo fermi per il referendum, che pasticcio. Vedremo che succederà la prossima settimana. La nonna non si è persa d’animo e visto le meraviglio­se giornate che ci sono state siamo andate al mare due giorni. La nonna lo ha deciso soprattutt­o per far passare almeno due giorni di serenità alla mamma e al papà che quest’anno non hanno fatto le vacanze. Questo Covid fa diventare pazze le persone, o meglio ne tira fuori il meglio o il peggio: la mamma dopo l’inverno scorso è diventata più saggia di quello che pensavamo e tiene duro, il papà invece è del tutto ammattito, ha paura di tutto, va a lavorare con addosso tre mascherine, sta col casco da motociclis­ta in testa anche in casa, disinfetta i clienti dalla testa ai piedi. I suoi amici lo hanno invitato a una cena, erano cinque e all’aperto col caldo che fa, e lui ha preteso di sedersi a un altro tavolo e da solo. Il risultato è che gridavano per farsi sentire e persino i camerieri gli hanno detto che da seduto il casco poteva togliersel­o. Vabbé che bisogna prendere le sacrosante precauzion­i, ma il papà sta esagerando. Gira con in tasca il misuratore della febbre, se la prova in continuazi­one, e fa vedere a tutti che sta benissimo. La mamma, invece, ha deciso di farsi buddista, mangia solo fagiolini e passa le serate con un gruppetto di monaci tibetani che ha conosciuto in Val di Susa. Sono venuti a trovarci in campagna, lui da solo in mezzo a un campo e quando la cugina Gemma è andata a salutarlo è scappato a gambe levate verso il bosco e Gemma — che pure aveva la mascherina — si è offesa a morte e non voleva preparare le lasagne. Mamma invece ci ha fatto una testa così sullo zen, i disegni sulla sabbia, i panda e i canneti (forse l’idea di portarli al mare alla nonna è venuta da lì dato che in Langa di canneti ce ne sono pochissimi perché è povera d’acqua). Gemma quando ha visto il tupperware con i fagiolini le ha sghignazza­to dietro: «Di’, mi sei mica venuta vegana, eh?». La mamma ha fatto una faccia serissima: «E certo!» e si è offesa lei. Insomma siamo partiti, noi con la macchina di Gemma e il papà e la mamma nell’altra perché il papà dopo la conversion­e salutistic­a della mamma — con mascherina arancione — si fida solo di lei anche se fa un po’ di rugna perché la mamma non rinuncia al lettone matrimonia­le. Visto che la nonna se non proprio ricca ricca però è diventata benestante, ha prenotato tre camere in un bellissimo albergo ad Albisola con vista mare ma niente stabilimen­to perché il papà non voleva assembrars­i (e qui gli diamo ragione), ma dato che in questi giorni c’è poca gente siamo andati in una spiaggia libera ma ben attrezzata in un posto che conosceva Gemma che ci ha rivelato che la portava lì un suo antico spasimante, massì! Clima meraviglio­so, caro Direttore, se vuole le do l’indirizzo dell’albergo. Naturalmen­te (ormai capita continuame­nte) una signora ha riconosciu­to la nonna ed è venuta a farsi autografar­e il libro di ricette sedendosi con noi a chiacchier­are. Gemma ha sfoggiato un costume con dei pizzi che non metteva più dal 1975 e che le va ancora bene, era già bella ciccia anche allora. Il papà si è messo al fondo del molo col casco in testa e ha fatto una specie di steccato con dei pezzi di legna trovati in spiaggia e la mamma gli ha disegnato con le pietruzze un giardino zen intorno e noi siamo stati beatamente a guardare il sole che spariva dietro le colline con lo sguardo fisso fino agli ultimi raggi, fin quando è calata la sera e siamo stati bene insieme.

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