Riparte Ronaldo La Samp in allarme
L’asso portoghese sempre in gol contro i doriani ma sempre a secco alla prima di campionato Mckennie e la Juve dei giovani guardano solo lui
TORINO C’è una foto che gira sui social e sul web che ritrae l’americano Mckennie e Ronaldo mentre parlano a fine allenamento: «Vorrei una persona che mi guardasse come Weston guarda CR7…» è la didascalia che ha messo qualcuno. Scherzosa, ma nemmeno troppo. Perché il fotografo ha catturato uno sguardo di ammirazione, stima e divertimento davvero intenso. E anche Ronaldo ha una «bella faccia»: non solo si capisce che l’umore è ottimo, ma anche che Cristiano ha ancora (tanta) voglia di trasmettere le proprie conoscenze e soprattutto la propria inestinguibile fame di miglioramento e di successo ai più giovani.
Il feeling con gli ultimi arrivati è un tonico rigenerante per Ronaldo: con un mediano moderno come l’americano a recuperare palloni e a smistarli velocemente e con un tuttofare creativo ed efficace come Kulusevski al suo fianco, CR7 ha cominciato a sentirsi qualche anno di meno addosso. O quanto meno a togliersi quella patina di tristezza che gli era rimasta appiccicata la notte del 7 agosto nel ritorno degli ottavi di Champions: la doppietta contro il Lione si era rivelata inutile, come il gol contro l’ajax nell’aprile dell’anno prima. Quella volta, con Allegri ancora regnante, il gesto del campione al resto della squadra era stato piuttosto eloquente: «Ce la siamo fatta sotto…».
Sarri era arrivato proprio per cambiare mentalità alla Juve, ma troppe cose non hanno funzionato, a partire dal rapporto con Ronaldo, insofferente davanti all’eccesso di scienza calcistica dell’allenatore arrivato alla Juventus dopo una lunga gavetta. Adesso c’è l’esatto opposto, ovvero l’ex campione che non ha mai trascorso novanta minuti ufficiali da allenatore.
Tutto sembra capovolto, ma Ronaldo i gol li ha sempre fatti con un ritmo industriale, sia con Allegri che con Sarri. Il primo anno però ha funzionato poco il suo feeling con Dybala, mentre nel secondo è mancato un po’ l’equilibrio difensivo della squadra. Così, la Juve che doveva fare il salto di qualità in Champions con il fenomeno che ne ha vinte cinque, si è un po’ ingrigita, fino alla eliminazione choc contro Depay e compagni.
Provaci ancora, Cristiano, viene da dire, anche qui scherzando ma fino a un certo punto, almeno per quanto riguarda l’esordio in campionato: due anni fa a Verona contro il Chievo, Ronaldo ci provò in tutti i modo, mandò all’ospedale involontariamente il portiere Sorrentino, ma non segnò. E l’anno scorso a Parma fu Chiellini a decidere la partita. La Sampdoria però è la vittima preferita da CR7, che ha sempre segnato contro i blucerchiati e soprattutto ha realizzato il gol più bello della sua esperienza italiana, a dicembre, con un colpo di testa che univa gesto tecnico e atletico sopraffini. Anche il gol segnato ad Audero a luglio non è per nulla banale, perché ha aperto le marcature nella vittoria che ha dato lo scudetto alla Juventus.
E ovviamente è tutto fuorché un caso che ci sia sempre Ronaldo, all’inizio e alla fine di ogni discorso. E di ogni tabellino dei marcatori, come contro il Novara nel debutto in amichevole di Pirlo. La differenza è che finora l’arrivo inaspettato dell’allenatore debuttante ha un po’ «offuscato» Cristiano. E anche il discorso e l’attesa del centravanti hanno distolto l’attenzione da lui. Meglio così, perché un Ronaldo «geloso» è ancora più carico. E ha ancora più voglia di essere guardato dagli juventini in quel modo. Lo stesso di Mckennie.