Corriere Torino

Covid in Francia, a rischio l’export del Piemonte

Vertice Cirio-toti per decidere sulla chiusura

- Ricci, Rinaldi

Un vertice urgente con il governo per discutere della chiusura dei confini con la Francia. È la richiesta messa nera su bianco in una lettera inviata ieri sera dai presidenti del Piemonte e della Liguria, Alberto Cirio e Giovanni Toti, ai vertici romani: il premier Giuseppe Conte, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, e il ministro della Salute Roberto Speranza. Il tasso di positività nel Paese di Emmanuel Macron ha raggiunto quota 7,4% contro il 5,7% di una settimana fa, mentre il numero dei ricoverati in ospedale è salito di 102 presenze in 24 ore.

Un vertice urgente con il governo per discutere della chiusura dei confini con la Francia. È la richiesta messa nera su bianco in una lettera inviata ieri sera dai presidenti del Piemonte e della Liguria, Alberto Cirio e Giovanni Toti, ai vertici romani: il premier Giuseppe Conte, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, e il ministro della Salute Roberto Speranza.

Il tasso di positività nel Paese di Emmanuel Macron ha raggiunto quota 7,4% contro il 5,7% di una settimana fa, mentre il numero dei ricoverati in ospedale è salito di 102 presenze in 24 ore, e sono stati 786 gli ingressi in rianimazio­ne, mentre oltre 80 sono stati i morti due giorni fa. Dopo aver superato la quota dei 16 mila contagi quotidiani, l’altro ieri la Francia è scesa a 11.123, fino a 4.070 ieri, ma il calo sembra essere dovuto al conteggio di fine weekend, limitato (come in Italia) per la chiusura dei laboratori di analisi privati: d’altronde il lunedì di una settimana fa furono registrati 5.298 casi. In totale si parla di 539 mila persone contagiate dall’inizio dell’emergenza. E così dopo le chiusure di bar e ristoranti a Parigi, nella zona di Marsiglia e Aix-en-provence e in altre dieci città, la ministra francese per la Transizion­e Ecologica, Elisabeth Borne, non ha escluso un lockdown totale: «Stiamo facendo il possibile per evitarlo, ma non possiamo eliminare completame­nte questa opzione». Una scelta che secondo il professore ordinario di Igiene dell’università Cattolica, e consiglier­e di Speranza, Walter Ricciardi, sarà inevitabil­e. Per Patrick Bouet, il presidente dell’ordine dei medici francesi, «la seconda ondata sta arrivando più velocement­e di quanto temessimo: il nostro sistema sanitario non è pronto ad affrontare una tale emergenza». E così il governator­e Cirio ha lanciato l’allarme: «La preoccupaz­ione maggiore è quella che sta avvenendo in Francia – ha dichiarato -, ne parlerò con Toti. Ma se continua così dobbiamo chiudere i confini». Sollecitaz­ione alla quale ha risposto prontament­e il collega ligure: «Preoccupaz­ione condivisa, ci sentiremo per stabilire le misure. La Francia è un Paese amico, e non è possibile bloccare i transiti commercial­i: serve l’equilibrio giusto per far ripartire l’economia, bisogna agire con prudenza». Detto fatto, ieri pomeriggio i due governator­i si sono confrontat­i in una lunga telefonata: all’ordine del giorno del colloquio la situazione che riguarda l’andamento epidemiolo­gico della Francia, per cui Cirio

aveva chiesto al presidente ligure di considerar­e una possibile chiusura dei confini. Una scelta, però, che non può essere presa dalle Regioni. In questo caso non c’è autonomia che tenga: il via libera deve arrivare da Roma. Ecco perché i due hanno scritto una lettera congiunta al governo «per valutare la situazione alla luce dell’escalation di contagi nello stato confinante». I due presidenti si incontrera­nno nei prossimi giorni, in occasione del Salone Nautico di Genova che prenderà il via dopodomani 1 ottobre; lo stesso giorno si terrà anche la Festa dei 50 anni delle Regioni, organizzat­a da Liguria: «In quell’occasione – concludono i due -approfondi­remo questi temi».

Ad oggi chi studia, chi lavora, o chi attraversa il confine francese per motivi di salute non ha l’obbligo di segnalare i propri spostament­i al Paese d’origine, e quindi di sottoporsi al tampone. Tutti gli altri, invece, e quindi coloro che si muovono per rapporti personali o per tempo libero, hanno due opzioni: rivolgersi agli hot spot regionali per fare

La decisione

Strategia concordata ieri in un colloquio telefonico tra i due governator­i

L’incontro

I due governator­i si incontrera­nno nei prossimi giorni a Genova

I timori

Preoccupa l’evoluzione dei contagi nel paese transalpin­o che confina con le due regioni

il test che indica la positività o la negatività al coronaviru­s, oppure compilare un modulo da inviare alla propria azienda e attendere la convocazio­ne per il tampone. Tutti coloro, piemontesi e francesi, che sono in attesa di conoscere il proprio stato di salute, devono rimanere in isolamento fiduciario.

Ora la palla passa al governo, che dovrà innanzitut­to trovare un momento per confrontar­si con i due presidenti regionali, in via telematica o direttamen­te in quel di Genova quando Cirio e Toti si incontrera­nno, dopodomani. Ma il premier Conte e i ministri Di Maio e Speranza dovranno soprattutt­o affrontare un’ardua scelta, e trovare l’equilibrio tra diverse istanze: chiudere i confini da una parte, e trovare un accordo con la Francia, oppure rischiare un aumento dei contagi a causa degli arrivi dal paese vicino.

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