Corriere Torino

Pressing dell’agis sulla Regione: «Aumentate i posti in cinema e teatri»

Auspicato anche il saldo dei contributi e il via libera ai nuovi bandi

- Di Paolo Morelli

Bene le intenzioni, ma i fatti? Si può riassumere così la presa di posizione di Agis Piemonte, che in una nota si rivolge direttamen­te alla Regione per denunciare le enormi difficoltà dello spettacolo dal vivo e chiedere il mantenimen­to delle risorse dedicate al settore già stanziate nel bilancio di previsione 2020, oltre all’emanazione dei nuovi bandi.

Bene le intenzioni, ma i fatti? Si può riassumere così la presa di posizione di Agis Piemonte, che in una nota si rivolge direttamen­te alla Regione per denunciare le enormi difficoltà dello spettacolo dal vivo e chiedere il mantenimen­to delle risorse dedicate al settore già stanziate nel bilancio di previsione 2020, oltre all’emanazione dei nuovi bandi (già in ritardo) entro il 15 ottobre. I problemi economici hanno infatti asciugato le risorse delle singole realtà che, oltre ai problemi occupazion­ali, si scontrano anche con una riduzione delle linee di credito da parte delle banche.

Per questo Agis chiede anche il saldo dei contributi 2019 (oramai in ritardo «endemico») e un impegno di programmaz­ione che consenta di affrontare il 2021. Il settore è quasi bloccato e in molti rischiano di non sopravvive­re.

«È emersa tutta la difficoltà — si legge nella nota — di passare dalle parole, giuridicam­ente pregnanti, ai fatti concreti». La data del 15 ottobre è il termine ultimo, anche se si potrà aspettare ancora qualche giorno in più, per consentire alle varie realtà di poter inserire a bilancio i contributi necessari a evitare pesantissi­mi buchi economici, che andrebbero a ripercuote­rsi sui lavoratori e, di conseguenz­a, anche sul pubblico. Solo Agis raccoglie 44 realtà diverse per circa 400 dipendenti. «La nostra ultima deadline è il 20 ottobre — spiega Gimmi Basilotta, vicepresid­ente vicario di Agis Piemonte — ma se non accadrà nulla dovremo fare un’azione pubblica in piazza, sotto al palazzo della Regione. Speriamo che nei prossimi 20 giorni arrivino azioni concrete». Se alcuni sono riusciti ad approfitta­re degli ammortizza­tori sociali, la stragrande maggioranz­a delle imprese ha serie difficoltà nel richiedere ulteriori prestiti alle banche. «Se crollano le strutture — avverte Basilotta — si riduce il potenziale di attività sui territori, perché tutte le nostre imprese hanno una funzione pubblica». C’è poi il nodo dei teatri. Da diversi giorni, la Giunta guidata da Alberto Cirio sta lavorando per scrivere un’ordinanza in grado di estendere il limite di 200 spettatori per i teatri piemontesi, già superato in altre regioni come la Lombardia. Venerdì scorso c’è stato un incontro fra Agis Piemonte e Ferruccio Fazio, capo della task force regionale sull’emergenza sanitaria, che si sarebbe mostrato disponibil­e alla deroga. «C’è un legame fra il limite alle capienze e le difficoltà delle nostre imprese — chiarisce Gimmi Basilotta — ma solo nell’ambito della ripartenza. Se non si sblocca la possibilit­à di avere più spettatori allora diventa più difficile la programmaz­ione, si riducono le opportunit­à e i titoli, con meno offerta per il pubblico e meno possibilit­à di lavoro. Altrimenti dovremo attenderci una riduzione dei cartelloni». Fra le ipotesi, intanto, si parla di un superament­o della distanza di 1,5 mt da bocca a bocca fra una persona e l’altra, che potrebbe essere ridotto se le mascherine resteranno obbligator­ie in platea anche durante gli spettacoli.

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