Pressing dell’agis sulla Regione: «Aumentate i posti in cinema e teatri»
Auspicato anche il saldo dei contributi e il via libera ai nuovi bandi
Bene le intenzioni, ma i fatti? Si può riassumere così la presa di posizione di Agis Piemonte, che in una nota si rivolge direttamente alla Regione per denunciare le enormi difficoltà dello spettacolo dal vivo e chiedere il mantenimento delle risorse dedicate al settore già stanziate nel bilancio di previsione 2020, oltre all’emanazione dei nuovi bandi.
Bene le intenzioni, ma i fatti? Si può riassumere così la presa di posizione di Agis Piemonte, che in una nota si rivolge direttamente alla Regione per denunciare le enormi difficoltà dello spettacolo dal vivo e chiedere il mantenimento delle risorse dedicate al settore già stanziate nel bilancio di previsione 2020, oltre all’emanazione dei nuovi bandi (già in ritardo) entro il 15 ottobre. I problemi economici hanno infatti asciugato le risorse delle singole realtà che, oltre ai problemi occupazionali, si scontrano anche con una riduzione delle linee di credito da parte delle banche.
Per questo Agis chiede anche il saldo dei contributi 2019 (oramai in ritardo «endemico») e un impegno di programmazione che consenta di affrontare il 2021. Il settore è quasi bloccato e in molti rischiano di non sopravvivere.
«È emersa tutta la difficoltà — si legge nella nota — di passare dalle parole, giuridicamente pregnanti, ai fatti concreti». La data del 15 ottobre è il termine ultimo, anche se si potrà aspettare ancora qualche giorno in più, per consentire alle varie realtà di poter inserire a bilancio i contributi necessari a evitare pesantissimi buchi economici, che andrebbero a ripercuotersi sui lavoratori e, di conseguenza, anche sul pubblico. Solo Agis raccoglie 44 realtà diverse per circa 400 dipendenti. «La nostra ultima deadline è il 20 ottobre — spiega Gimmi Basilotta, vicepresidente vicario di Agis Piemonte — ma se non accadrà nulla dovremo fare un’azione pubblica in piazza, sotto al palazzo della Regione. Speriamo che nei prossimi 20 giorni arrivino azioni concrete». Se alcuni sono riusciti ad approfittare degli ammortizzatori sociali, la stragrande maggioranza delle imprese ha serie difficoltà nel richiedere ulteriori prestiti alle banche. «Se crollano le strutture — avverte Basilotta — si riduce il potenziale di attività sui territori, perché tutte le nostre imprese hanno una funzione pubblica». C’è poi il nodo dei teatri. Da diversi giorni, la Giunta guidata da Alberto Cirio sta lavorando per scrivere un’ordinanza in grado di estendere il limite di 200 spettatori per i teatri piemontesi, già superato in altre regioni come la Lombardia. Venerdì scorso c’è stato un incontro fra Agis Piemonte e Ferruccio Fazio, capo della task force regionale sull’emergenza sanitaria, che si sarebbe mostrato disponibile alla deroga. «C’è un legame fra il limite alle capienze e le difficoltà delle nostre imprese — chiarisce Gimmi Basilotta — ma solo nell’ambito della ripartenza. Se non si sblocca la possibilità di avere più spettatori allora diventa più difficile la programmazione, si riducono le opportunità e i titoli, con meno offerta per il pubblico e meno possibilità di lavoro. Altrimenti dovremo attenderci una riduzione dei cartelloni». Fra le ipotesi, intanto, si parla di un superamento della distanza di 1,5 mt da bocca a bocca fra una persona e l’altra, che potrebbe essere ridotto se le mascherine resteranno obbligatorie in platea anche durante gli spettacoli.