«Nuove azioni con Intesa su cultura e innovazione»
L’annuncio di Profumo al Collegio Carlo Alberto Gros-pietro: «Senza sostenibilità non c’è futuro»
«La Compagnia di San Paolo e la banca hanno grandi opportunità di collaborazione e nuove occasioni per lavorare insieme». A dirlo è Francesco Profumo, numero uno di Compagnia di San Paolo, ieri al seminario «L’economia della banca sociale», promosso dal Collegio Carlo Alberto. «Le aree di collaborazione sono tantissime. Ad esempio nell’area cultura, dove ci sono con la banca collaborazioni integrate e ce ne saranno sempre di più come il progetto Gallerie d’italia e l’interazione su quello che è connesso all’innovazione. Molte proposte sono in via di definizione».
Le banche fanno credito, le fondazioni filantropia. Era vero fino a un po’ di tempo fa, oggi questa polarizzazione ta scomparendo. Anzi i due attori — nel nostro caso Intesa Sanpaolo e Compagnia di San Paolo — si trovano a operare assieme, con il legame che si fa ancora più forte tra società e azionista. Una rivoluzione anticipatrice di novità non solo sotto il cielo di Torino. A confermarlo è Francesco Profumo, numero uno dell’ente di corso Vittorio ieri pomeriggio all’incontro on line del Collegio Carlo Alberto «L’economia della banca sociale». «La Compagnia di San Paolo e la banca hanno grandi opportunità di collaborazione e nuove occasioni per lavorare insieme — ha affermato Profumo —. La Compagnia è primo azionista di Intesa Sanpaolo e opera sullo stesso territorio. Un’interazione importante. Intesa Sanpaolo ha garantito nel corso degli anni un flusso di dividendi importante e ha investito molte risorse su progetti sociali e culturali del territori. Questa doppia azione — ha specificato il presidente dell’ente — ha generato sui nostri territori una situazione di grande interesse-. Le aree di collaborazione attuali e potenziali sono tantissime. Ad esempio nell’area cultura, dove ci sono con la banca collaborazioni integrate e ce ne saranno sempre di più come il progetto Gallerie d’italia su Torino, e l’interazione su quello che è connesso all’innovazione. Molte proposte sono in via di definizione ma molte hanno già il germoglio».
Profumo è stato protagonista ieri al dibattito con il presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-pietro, Giorgio Barba Navaretti, presidente della Fondazione Collegio Carlo Alberto e Michael Spence, professore emerito di Economia e Management alla Stanford Business School, nonché premio Nobel per l’economia nel 2001.
Parole a cui è seguito il ragionamento di Gros-pietro, quasi a confermarle. «La sostenibilità ambientale è condizione fondamentale per la sostenibilità sociale — ha ragionato il presidente di Ca’ de Sass —. Tra l’economicità delle attività svolte da una società quotata e la sostenibilità deve esserci un legame indissolubile: senza la sostenibilità non può esserci futuro né profitto, in mancanza dei quali l’istituzione stessa non sopravvive».
Intesa Sanpaolo durante i primi sei mesi del 2020 ha erogato 40 milioni di finanziamenti a medio termine, contro i 26 dello stesso periodo nel 2019 e donato 100 milioni alla Protezione Civile per contrastare subito l’emergenza Covid. «La società deve usare anche le grandi imprese, che a loro volta devono coinvolgere gli azionisti che hanno potere in banca e noi lavoriamo in questa direzione», ha chiosato Gros-pietro. Il riferimento è non solo alla fondazione torinese, ma anche all’altro grande shareholder della banca, il fondo Blackrock che sta sposando gli obiettivi di sostenibilità.
«Per loro peculiarità le fondazioni agiscono come azionisti dell’istituto di credito e interagiscono con il territorio -— ha aggiunto Profumo —. Intesa ha garantito un flusso di dividendi importante e investito anch’essa sul territorio, questa doppia attività ha generato una situazione che è di grande interesse e deve essere studiata nei dettagli, pensiamo solo al credito di inclusione di Banca Prossima e Fund 4 Impact 2018-21 che hanno permesso di accedere al credito a gruppi socialmente fragili».
Gros-pietro poi, da professore di economia, si è lasciato andare a considerazioni di macroeconomia: «Senza prospettive di profitti e crescita per gli imprenditori non c’è domanda — ha spiegato —. L’1% della popolazione possiede il 46% della ricchezza mondiale. La metà dei poveri possiede meno dell’1% della ricchezza. Le banche hanno i soldi ma non riescono a far ripartire la domanda, che è fatta di investimenti. La domanda non parte anche a causa di una distribuzione del reddito spaventosamente ineguale nel mondo».
❞ La domanda non parte anche a causa di una distribuzion e del reddito spaventosa mente ineguale nel mondo Gian Maria Gros-pietro
❞ Intesa ha garantito dividendi e investito sul territorio, questa doppia attività ha generato una situazione che è di grande interesse e deve essere studiata nei dettagli Francesco Profumo