Crimi: «Appendino nel gruppo dirigente»
Il reggente M5S: «Per lei una condanna surreale. Persona capace, bisogna chiederle se è disponibile»
Ivertici del Movimento 5 Stelle si sforzano di tenere le porte aperte per Chiara Appendino, ormai prossima — pare sia questione di giorni — a sciogliere il nodo su una sua, e dopo la condanna sempre più improbabile, ricandidatura a sindaca nel 2021. Più facile, a questo punto, che per la prima cittadina giunta ormai al termine del suo mandato — mancano otto mesi — si dischiudano nuove prospettive nazionali all’interno del partito da cui si è autosospesa.
E così, non a caso, dopo gli attestati di stima che hanno fatto seguito alla lettura della sentenza del tribunale torinese, il reggente del Movimento Vito Crimi si è affretno». tato, ieri, a dichiarare che per Appendino ci sarà sempre posto nel gruppo dirigente del Movimento. «La sua è una condanna abbastanza surreale», ha affermato il nuovo capo politico del Movimento, derubricando di fatto a poca cosa il verdetto dei giudici e il reato di falso in atto pubblico nella formazione del bilancio del Comune.
«Detto questo — ha sottolineato Crimi, rispondendo a chi gli ha chiesto di un possibile impegno nazionale della sindaca —, Chiara è una persona splendida, bisognerebbe chiedere a lei se è disponibile, ma è sicuramente una persona capace per come ha dimostrato di saper amministrare la città di ToriCapace, insomma, di assumere un ruolo di primo piano ai vertici della formazione politica fondata da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio.
Il nome di Appendino era infatti tra quelli che circolavano nei mesi scorsi, su ispirazione anche di Luigi Di Maio, per la composizione del nuovo organo di direzione del M5S che avrebbe dovuto sostituire il leader. Insomma:
mentre a Torino le porte sembrano essersi chiuse del tutto, a Roma restano aperte: sentenza di condanna o sentenza di assoluzione, poco importa.
Un tentativo di assoluzione, non solo politica, quello di Crimi, che ha fatto saltare sulla sedia la deputata di Italia viva, Silvia Fregolent: «Ancora una volta il M5S è garantista con i suoi e giustizialista con gli altri — ha attaccato la renziana torinese —. Un partito che chiedeva dimissioni e galera per ogni avviso di garanzia altrui, oggi costretto a difendere un proprio esponente di primo piano già condannato e imputato in numerosi processi».
A Roma La sindaca potrebbe avere un ruolo nel nuovo organismo dirigente