Calenda: «Alle comunali il nostro simbolo ci sarà Mai con i Cinque Stelle»
Il leader di Azione: «Parliamo con il Pd, candidato entro ottobre»
«Azione parteciperà con il suo simbolo alle elezioni comunali del prossimo anno, ma lo dico in modo chiaro sin da subito: non faremo parte di una coalizione che comprende anche il M5S». Pochi minuti prima che mezzo migliaio di persone riempia la sala delle fucine delle Ogr per assistere alla presentazione del suo ultimo libro «I mostri», Carlo Calenda ci tiene a mettere le cose in chiaro in vista della corsa per Palazzo Civico. Parla ai dirigenti e alle correnti del Pd (soprattutto), ma anche ai suoi potenziali elettori: «Ai torinesi va offerta una alternativa all’insegna del pragmatismo,
lontano da schemi ideologici — dice l’ex ministro dello sviluppo economico —. In questa città, come a Roma, i 5 Stelle hanno dato una pessima prova di governo». Calenda, che giudizio dà della sindaca Appendino?
«Un giudizio pessimo. Non si può guidare una grande città come Torino senza avere esperienza e una grande cultura di governo». Esperienza e cultura politica sono mancate?
«Nessuno affiderebbe la direzione della Fiat a un manager che in vita sua non ha mai amministrato nemmeno un condominio. Ecco, in politica dovrebbe valere la stessa cosa: non a caso i romani seguivano il cursus honorum». Insomma: il prossimo sindaco dovrà avere un lungo curriculum? «Dovrà avere esperienze nel
campo dell’amministrazione». Politico o civico?
«Né idealizzo né ho preclusioni sui candidati della società civile. Il tema fondamentale è la competenza amministrativa della persona prescelta». Si fa il nome del rettore del Politecnico. Le piace?
«Non lo conosco, e non mi metto certo a fare nomi ora». E ancora presto?
«Con il Pd ci stiamo parlando». Azione metterà sul tavolo una sua proposta?
«Noi proporremo un nome, daremo un suggerimento come abbiamo fatto a Roma. Ma a tempo debito: anche se credo che il candidato sindaco vada presentato con grande anticipo non solo per farlo conoscere ma per costruire un programma e una visione di città». Quanto in anticipo?
«Diciamo entro ottobre». E parteciperete alle primarie? «Questo lo valuteremo». In base a cosa?
«Non vorrei che le primarie si trasformassero in un giochino tra correnti del Pd per non decidere, come è successo nelle Marche». Il candidato sindaco dovrà
intercettare l’elettorato 5 Stelle?
«Il fatto che possa intercettare voti che quattro anni fa andarono ad Appendino è un’opportunità. Ma dev’essere chiaro che a questa città bisogna offrire una alternativa all’interno di un fronte ampio, composto da forze civiche e politiche, capace di respingere sovranisti e populisti. Altrimenti Azione andrà avanti da sola. Non faremo parte di una coalizione dove c’è il M5S». Quale dovrà essere il primo punto dell’agenda del futuro sindaco?
«Accompagnare Torino nella sfida di unire produzione e innovazione. Non sarà facile, la competizione tra città è forte. Ma questa città ha tutte le carte in regola per vincere questa scommessa».
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