Cibi scaduti e false etichette, sequestro da dieci tonnellate Era per gli «All you can eat»
Blitz della Finanza a San Salvario: denunciato un imprenditore cinese
Oltre dieci tonnellate di alimenti destinati a numerosi ristoranti di città e provincia con la formula «All you can eat», mangia a volontà: solo che, nel caso, l’unica volontà sarebbe stata quella di stare male. Li ha infatti sequestrati ieri la guardia di finanza di Torino, in un blitz scattato all’alba: riso, fagioli, fecola di patate, miglio, oltre ad altri generi alimentari in cattivo stato di conservazione. Tutta merce che riportava false indicazioni circa la reale composizione dei singoli prodotti: insomma, un’enorme frode alimentare scoperta nel corso di un’operazione dei militari del Gruppo pronto impiego, comandati dal maggiore Giovanni Lupi. Due i depositi individuati, entrambi in San Salvario, che hanno poi portato alla denuncia di un imprenditore di origine cinese, ora accusato di frode in commercio, utilizzo di falsi sigilli e cattivo stato degli alimenti.
Tutto è partito da un negozio sotto i portici di via Nizza, aperto al pubblico, nel quale erano in corso controlli sulle bevande alcoliche, visto che erano stati trovati alcuni vini provenienti dall’est Europa, «taroccati». È così che sono nati i sospetti anche su alcuni generi alimentari, poi confermati da una prima visita nell’esercizio dei finanzieri, in abiti borghesi. Da lì, si è arrivati ai depositi di merce poco distante, in via Saluzzo, dove invece non si effettuava la vendita al dettaglio. Ma dove erano conservati, si fa per dire, gli alimenti destinati ai ristoranti. Morale: sono state trovate centinaia di confezioni di riso, di fecola di patate e altre tipologie di cereali, pre-imballate in sacchetti di polietilene, tra l’altro non destinati a uso alimentare. E riportanti indicazioni merceologiche false circa la loro composizione. Ancora, grandi quantitati di riso, destinato senza dubbio al settore della ristorazione, visto il «taglio» delle confezioni, tra i 10 e i 20 chilogrammi.
Nel corso delle perquisizioni, all’interno di grandi freezer, sono stati rinvenuti chilogrammi di pesce, ortaggi e pollame in cattivo stato di conservazione, e privi di indicazioni sulle date di confezionamento e di scadenza, nonché ricoperti dalla brina di ghiaccio a riprova dell’interruzione della catena del freddo. Procedimento pericoloso per la salute dei consumatori.
Non bastasse, c’era pure una truffa: durante le operazioni, infatti, i Baschi verdi si sono trovati di fronte a una bilancia che indicava un peso incrementato di un etto per ogni chilo (realmente venduto). Barando così sulla quantità e, quindi, sul prezzo della merce.
Ad alto rischio anche la «fecola di patate» che, in realtà, nascondeva la presenza di sodio metabisolfito, palmitato, difosfato disodico e conservanti, capaci di provocare serie allergie. Stesso discorso per altre confezioni di tamarindo, risultato poi essere un agglomerato di «semi vari», e miglio, rinvenute in parte scadute da tempo e in parte con false indicazioni sulla reale composizione. Alla fine, il tutto è stato sequestrato, con provvedimento firmato dal pubblico ministero Alessandro Aghemo, che ha coordinato gli accertamenti: nati nell’ambito dei controlli pianificati dal comando provinciale della Finanza, di più nelle zone a più alto tasso di negozi e depositi di alimentari: da Porta Palazzo a San Salvario, appunto.