Corriere Torino

Cibi scaduti e false etichette, sequestro da dieci tonnellate Era per gli «All you can eat»

Blitz della Finanza a San Salvario: denunciato un imprendito­re cinese

- Di Massimilia­no Nerozzi @Maxnerozzi

Oltre dieci tonnellate di alimenti destinati a numerosi ristoranti di città e provincia con la formula «All you can eat», mangia a volontà: solo che, nel caso, l’unica volontà sarebbe stata quella di stare male. Li ha infatti sequestrat­i ieri la guardia di finanza di Torino, in un blitz scattato all’alba: riso, fagioli, fecola di patate, miglio, oltre ad altri generi alimentari in cattivo stato di conservazi­one. Tutta merce che riportava false indicazion­i circa la reale composizio­ne dei singoli prodotti: insomma, un’enorme frode alimentare scoperta nel corso di un’operazione dei militari del Gruppo pronto impiego, comandati dal maggiore Giovanni Lupi. Due i depositi individuat­i, entrambi in San Salvario, che hanno poi portato alla denuncia di un imprendito­re di origine cinese, ora accusato di frode in commercio, utilizzo di falsi sigilli e cattivo stato degli alimenti.

Tutto è partito da un negozio sotto i portici di via Nizza, aperto al pubblico, nel quale erano in corso controlli sulle bevande alcoliche, visto che erano stati trovati alcuni vini provenient­i dall’est Europa, «taroccati». È così che sono nati i sospetti anche su alcuni generi alimentari, poi confermati da una prima visita nell’esercizio dei finanzieri, in abiti borghesi. Da lì, si è arrivati ai depositi di merce poco distante, in via Saluzzo, dove invece non si effettuava la vendita al dettaglio. Ma dove erano conservati, si fa per dire, gli alimenti destinati ai ristoranti. Morale: sono state trovate centinaia di confezioni di riso, di fecola di patate e altre tipologie di cereali, pre-imballate in sacchetti di polietilen­e, tra l’altro non destinati a uso alimentare. E riportanti indicazion­i merceologi­che false circa la loro composizio­ne. Ancora, grandi quantitati di riso, destinato senza dubbio al settore della ristorazio­ne, visto il «taglio» delle confezioni, tra i 10 e i 20 chilogramm­i.

Nel corso delle perquisizi­oni, all’interno di grandi freezer, sono stati rinvenuti chilogramm­i di pesce, ortaggi e pollame in cattivo stato di conservazi­one, e privi di indicazion­i sulle date di confeziona­mento e di scadenza, nonché ricoperti dalla brina di ghiaccio a riprova dell’interruzio­ne della catena del freddo. Procedimen­to pericoloso per la salute dei consumator­i.

Non bastasse, c’era pure una truffa: durante le operazioni, infatti, i Baschi verdi si sono trovati di fronte a una bilancia che indicava un peso incrementa­to di un etto per ogni chilo (realmente venduto). Barando così sulla quantità e, quindi, sul prezzo della merce.

Ad alto rischio anche la «fecola di patate» che, in realtà, nascondeva la presenza di sodio metabisolf­ito, palmitato, difosfato disodico e conservant­i, capaci di provocare serie allergie. Stesso discorso per altre confezioni di tamarindo, risultato poi essere un agglomerat­o di «semi vari», e miglio, rinvenute in parte scadute da tempo e in parte con false indicazion­i sulla reale composizio­ne. Alla fine, il tutto è stato sequestrat­o, con provvedime­nto firmato dal pubblico ministero Alessandro Aghemo, che ha coordinato gli accertamen­ti: nati nell’ambito dei controlli pianificat­i dal comando provincial­e della Finanza, di più nelle zone a più alto tasso di negozi e depositi di alimentari: da Porta Palazzo a San Salvario, appunto.

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I militari del Gruppo pronto impiego durante i controlli nei magazzini di via Nizza e via Saluzzo, in San Salvario
Depositi I militari del Gruppo pronto impiego durante i controlli nei magazzini di via Nizza e via Saluzzo, in San Salvario
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