Mail scomparse sui casi Covid Caso archiviato
Ad ammettere la falla era stato Roberto Testi, presidente del Comitato tecnico scientifico costituito dalla Regione Piemonte per fronteggiare la pandemia di Covid. Era il 20 aprile quando si scoprì che erano state smarrite decine di mail inviate dai medici base al Sisp (Servizi di igiene e sanità pubblica), comunicazioni nelle quali si richiedevano test diagnostici per pazienti con sintomi da coronavirus. Una vicenda che aveva scatenato la polemica tra i medici di base e la Regione e portato all’apertura di un’inchiesta della Procura. Nei giorni scorsi il pool di magistrati - coordinato dal procuratore aggiunto Enrica Gabetta - che tratta le vicende giudiziarie legate al Covid ha chiesto l’archiviazione del fascicolo: il reato ipotizzato era omissioni in atti d’ufficio, ma nessun nome era stato iscritto sul registro degli indagati. Dalle indagini è emerso che sono state 118 le mail «cancellate» dal sistema di monitoraggio e che il problema si è protratto per soli quattro giorni, tra i mesi di marzo e aprile quando i contagi aumentavano in maniera sensibile. E a far propendere per l’archiviazione sono stati proprio l’eccezionalità del periodo in cui si è verificata la falla e il fatto che la Regione si sia subito attivata per potenziare la piattaforma. Durante il lockdown, infatti, il sistema prevedeva che i medici comunicassero al Sisp, via mail, i pazienti con sintomi riconducibili al Covid-19 per sottoporli a tampone. Fino a quando si è trattato di gestire poche unità al giorno tutte le segnalazioni sono state processate. Il sistema è andato in tilt nel momento in cui il numero delle mail è cresciuto. Basti pensare che il 2 marzo i casi in Piemonte erano 51, due settimane dopo erano più di 1.500. E il 2 aprile erano 10 mila.