Juve, siamo Messi bene
Champions, il girone G non pare impossibile Però ripropone la sfida di Ronaldo alla Pulce e regala a Pirlo quel Lucescu che lo lanciò
Èandata bene, molto bene. Come alla Juventus non succedeva da anni. Chissà che il buongiorno non si veda dal mattino. Barcellona, Dinamo Kiev e Ferencvaros: sono queste le rivali che i bianconeri dovranno affrontare nel Gruppo G per dare sostanza a quel loro pensiero stupendo (oppure ossessione?) che si chiama Champions League. Se Cristiano Ronaldo ritrova il caro nemico Messi, mister Pirlo incrocia invece l’allenatore che lo lanciò al Brescia, ovvero Lucescu, il tecnico della Dinamo Kiev. Ma il Maestro se la vedrà anche contro quel Barcellona che nel 2015 a Berlino gli impedì di sollevare la sua terza Champions.
«Quella con il Barça sarà una grande sfida affascinante — dice il vicepresidente bianconero Pavel Nedved — perché mette di fronte quelli che secondo me sono i due migliori giocatori del mondo. La Dinamo Kiev è una squadra molto solida mentre il Ferencvaros è un’incognita, ma conoscendo il calcio ungherese avranno senz’altro molto talento».
Si scrive Juve contro Barcellona, si legge Messi contro Ronaldo. Undici Palloni d’oro in due. Lo juventino ha vinto uno solo dei cinque precedenti in Champions contro Messi. Che, rimasto controvoglia in Catalogna, non ha più Suarez al suo fianco ma può contare su Griezmann, Coutinho e Ansu Fati. La sfida nella sfida è quella tra gli ex: il brasiliano Arthur e il bosniaco Pjanic, che faticherà a superare la concorrenza di due big come De Jong e Busquets. In attesa del possibile sbarco di Depay dal Lione, l’ultimo arrivato alla corte di mister Koeman è il terzino Dest, blindato con una clausola da 400 milioni. Tra i pali largo all’ex juventino Neto, aspettando il rientro a fine ottobre dell’infortunato Ter Stegen. Undici i precedenti nelle competizioni Uefa: 3 successi bianconeri, 4 blaugrana e 4 pareggi.
Non spaventa troppo la Dinamo Kiev (3 sconfitte e 1 pari contro la Signora), che per arrivare ai gironi ha eliminato Az Alkmaar e Gent. Quella ucraina è una delle squadre più giovani della Champions, allenata però dal tecnico più anziano, Lucescu, 75 anni di cui 8 trascorsi sulle panchine italiane di Pisa, Brescia, Reggiana e Inter. I suoi gioielli? Il difensore Mykolenko e gli attaccanti Rodrigues e Supryaga, quest’ultimo obiettivo (quasi sfumato) del Bologna.
L’ultima forza è una nobile decaduta, il Ferencvaros, tornata in Champions dopo un quarto di secolo. Bianconeri ko (1-0) nell’unico incrocio, in finale della Coppa delle Fiere 1964-65. Per strappare il pass, l’ex squadra del torinese Lanzafame ha eliminato la Dinamo Zagabria e il Molde. A centrocampo c’è l’esperto brasiliano Somalia, mentre l’attacco si affida soprattutto all’ivoriano Boli e all’albanese Uzuni. Secondo le quotazioni di Transfermarkt, l’organico ungherese ha un valore complessivo di 24,7 milioni, meno dell’ingaggio annuale di CR7. Il Barcellona vale 943,2 milioni, la Juve 683,2 e la Dinamo Kiev 96,8. Il calcio non è una scienza esatta, meno che mai la Champions, ma le due favorite del Gruppo G possono dormire sonni tranquilli.