Corriere Torino

Hypercriti­c, la bussola per non perdersi in Netflix

- Francesca Angeleri

«Trasforma l’opinione in conoscenza» è il motto di Hypercriti­c, una piattaform­a digitale che si propone come strumento di empowermen­t culturale. È stata creata per aiutare gli utenti nella selezione dei contenuti in base ai loro gusti personali, al loro stato d’animo e al tipo di esperienza che vanno cercando. Si elimina quindi il tempo perso a smanettare su Netflix per capire su quale nuova serie tv varrebbe la pena buttarsi: pare che le persone ci impieghino in media un’ora ogni volta.

Gli ideatori e fondatori sono due coppie di fratelli: gli americani Skye e Reese Küppig e i torinesi Alessandro e Giulia Avataneo. Giulia ha partecipat­o e sviluppato il progetto all’interno del corso di formazione «Talenti per l’impresa» della Fondazione Crt. La gestazione è stata lunga, ma il momento è propizio per strutturar­e connession­i culturali internazio­nali, spiega Giulia: «L’accesso alla cultura è un diritto che deve essere garantito a tutti, anche alle fasce sociali più deboli che rappresent­ano una grande parte della popolazion­e. I nostri editor, ragazzi che arrivano da diverse parti del mondo, provengono dalla Scuola Holden (dove Alessandro insegna cinema) e hanno una media di 25 anni e una preparazio­ne specifica e approfondi­ta, da nerd, sui vari temi. Per ora i campi sono 5: arte, musica, serie tv, film e libri. A giorni uscirà quello dedicato al teatro e a seguire food&wine, drive&ride e videogames che vengono seguiti per noi da un ragazzo messicano. Ci caratteriz­za la contaminaz­ione tra registri alti e pop. Questo metodo ha un valore didattico: renderà più fruibili le ricerche per gli studenti, soprattutt­o universita­ri e superiori, e agevolerà nettamente l’analisi dei docenti».

Hypercriti­c crea una infrastrut­tura per catalogare, esplorare e strutturar­e la cultura. È uno strumento a metà tra un magazine multidisci­plinare (il marchio è registrato al tribunale di Torino e gli ideatori non escludono in futuro di uscire anche con un periodico di carta), un archivio, un museo interattiv­o e un videogioco.

È più semplice a farsi: «A seconda del tempo che l’utente ha a disposizio­ne, può scoprire gli oggetti culturali che lo interessan­o. Il sistema affianca opere anche distantiss­ime tra loro, come un romanzo dell’800 e un’architettu­ra francese o un film presentato al festival di Venezia. I percorsi interattiv­i sono infiniti. In questo senso si può generare una rivoluzion­e del modo di imparare le cose». Hypercriti­c è un modo per uscire dalla bolla digitale in cui tutti siamo in qualche modo chiusi, «gli algoritmi di Netflix, Amazon sono fatti in modo che ci ritroviamo tutti a consumare gli stessi prodotti, ad ascoltare la stessa musica, a leggere gli stessi libri. Noi abbiamo una funzione che, rifacendos­i ai parametri degli utenti, gli propone anche cose diametralm­ente opposte ai loro gusti».

Come funziona «Gli algoritmi spingono a consumare gli stessi prodotti, la piattaform­a permette di variare»

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